Ho smesso di piangere
by Veronica Pivetti | Women's Fiction | This book has not been rated.
ISBN: 8852022546 Global Overview for this book
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Il problema vero della depressione è che non la puoi raccontare, non la puoi descrivere. E invisibile. E non è uguale per tutti. Ma per tutti è un male profondo e assoluto. E va affrontata, perché tanto non si scappa. Anche per questo Veronica Pivetti ha deciso di condividere con noi il suo momento buio. E lo fa con toccante onestà, senza censurare i momenti dolorosi che, come spesso accade nella vita, finiscono per diventare involontariamente molto comici. "Lei è malata, la sua tiroide non funziona più": questo si è sentita dire Veronica nel lontano 2002. Era così. La sua tiroide ha cominciato a dare i numeri, si è starata e l'ha traghettata verso una forte depressione, complici alcuni farmaci sbagliati che le erano stati prescritti. Così è iniziata la sua odissea medica. Alcuni dottori l'hanno salvata, altri massacrata, alcuni le hanno ridato la vita, altri gliel'hanno tolta. E finalmente, nel 2008, Veronica ha incominciato a rivedere la luce e a uscire da questo micidiale periodo nero. Sono stati sei anni infami, "anni nei quali mi sono detta continuamente che era inutile vivere così. Il tempo triste sembra sempre tempo perso". Anni difficilissimi che, però, non sono passati senza lasciare un segno. "Una volta ero perfettamente funzionante, ero nuova di trinca. E credevo che fosse quella la verità. Ora sono un po' rattoppata, ho un'anima patchwork e una psiche in divenire. Ed è questa la verità. Ma va bene così, perché la vita si fa con quello che c'è...
Fin dalla prefazione del libro (Mondadori Edizioni) affiancati i giorni della settimana a crudi numerelli, che disvelano la posologia di un farmaco, Veronica Pivetti provoca una narrazione originale, allegramente triste.
In forma di domanda, ma anche di educata accusa, con una prosa garbatamente incisiva, pervasa la lettura dalla sensazione che l’autrice sembra tirarci un po’ per la giacchetta quando ci mette a parte di suoi accadimenti (e non proprio piacevoli).
Nudo d’anima e Al tempo stesso dichiarazione che il dolore costringe ad analizzarsi, duramente, senza sconti o distrazioni, sul binario di una coerenza da tenersi fino all’ultima riga. Meglio, fino all’ultima lacrima.
In forma di domanda, ma anche di educata accusa, con una prosa garbatamente incisiva, pervasa la lettura dalla sensazione che l’autrice sembra tirarci un po’ per la giacchetta quando ci mette a parte di suoi accadimenti (e non proprio piacevoli).
Nudo d’anima e Al tempo stesso dichiarazione che il dolore costringe ad analizzarsi, duramente, senza sconti o distrazioni, sul binario di una coerenza da tenersi fino all’ultima riga. Meglio, fino all’ultima lacrima.