NAPOLI FERROVIA

by ERMANNO REA | Literature & Fiction |
ISBN: Global Overview for this book
Registered by wingBacoliCaffe-OCZwing of Bacoli, Campania Italy on 1/23/2009
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Journal Entry 1 by wingBacoliCaffe-OCZwing from Bacoli, Campania Italy on Friday, January 23, 2009
Come frugare nelle tasche di un vecchio abito appeso da tempo nel guardaroba e ritrovare, con un biglietto rimasto lì nascosto per anni, la voglia di indossarlo di nuovo, per un ultimo giro nelle strade di una città amata e odiata. Intesnso omaggio di Rea a Napoli.

Journal Entry 2 by xobocop from Roma, Lazio Italy on Sunday, January 25, 2009
Ritrovato in occasione del MeetUp campano del 23 gennaio 2009.
Grazie Tommaso! :)

Journal Entry 3 by xobocop from Roma, Lazio Italy on Saturday, April 10, 2010
Stamattina sono andato in autobus alla biblioteca universitaria di Napoli a restituire un libro. Avevo scoperto l'altra volta che ci sono andato, che l'autobus che fa capolinea sotto casa mia da una vita arriva proprio da quelle parti, facendo via Marina e tornando indietro per il rettifilo. Così l'ho preso, e quando sono passato davanti a piazza Mercato ho interrotto la lettura alla ricerca di palazzo Ottieri, il palazzone di 10 piani che ha murato la speranza di ricostruzione della Napoli commerciale nel dopoguerra. Non l'avevo mai notato, eppure è grosso. Così come non avevo mai salito le rampe di san Marcellino, per arrivare a via Paladino senza passare da dentro l'università, che oggi era chiusa: una signora in pigiama era seduta di traverso sulla porta del suo basso a guardarsi lo stendipanni sistemato proprio al centro della scalinata. Al ritorno ho fatto un'altra strada, ho preso la vesuviana a piazza Garibaldi, e mi sono trovato a leggere l'episodio del gioco delle tre carte (anzi, delle tre campanelle): poco prima ero passato davanti a quel tipo di cui Rea scriveva.
Insomma, oggi Napoli mi è proprio piaciuta, nel suo aspetto di splendida donna sfatta dagli anni e dalla vita e così pacatamente (e anche poeticamente) descritta da Rea. Mi ha messo malinconia trovare la conferma al mio personale sentimento che Napoli è una città di cui si può ormai soltanto constatare la morte, e andarsene via, senza speranza. Come Rosa La Rosa lasciata rigida al centro della stanza, abbandonarla con la rassicurante ma, credo, insincera consapevolezza che tanto si riprenderà, lo farà anche meglio senza il nostro peso: "che c'entra la vicinanza di un uomo che disapprova, dissente, ostacola?"

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