@ La scommessa della decrescita

by Serge Latouche | Business & Investing |
ISBN: 9788807171369 Global Overview for this book
Registered by LAULAN77 of Pisa, Toscana Italy on 3/1/2008
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Journal Entry 1 by LAULAN77 from Pisa, Toscana Italy on Saturday, March 1, 2008
Fino a qualche anno fa il termine “decrescita” non figurava in alcun dizionario che trattasse di economia o società, mentre si potevano trovare alcuni concetti simili come “crescita zero”, “sviluppo sostenibile” e “stato stazionario”. Con questo libro, vero e proprio manifesto teorico della “Società della decrescita”, Serge Latouche che è docente e studioso molto noto nell’ambito dell’antropologia economica, rilancia la decrescita come la parola d’ordine per “interrompere la cantilena dei drogati del produttivismo”. Latouche, che ha scritto numerosi saggi tra cui L’occidentalizzazione del mondo (1992) e Come sopravvivere allo sviluppo (2005), in questo libro rimette in discussione il dogma, il mito della crescita e dello sviluppo economico imposto dal mercato, e si chiede: perché “crescere sempre più?” Alla ricerca inevitabile di un continuo aumento del Pil? Al costo di una distruzione progressiva dell’ambiente, di un inquinamento sempre maggiore degli oceani e di una scomparsa fino ad esaurimento delle risorse naturali?

Latouche ci spiega perché è necessario orientarsi verso un modello diverso, basato su altre e più sostenibili priorità. Illustra come si potrebbe ripensare la società inventando un’altra logica sociale e cercando di costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo. Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l’economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, è necessario garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una “Società della decrescita”. Tutti temi questi che già compaiono nell’agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico.

Questo è un libro capace di scuotere le opinioni e le abitudini consolidate degli abitanti dei Paesi ricchi e sviluppati del pianeta. Uno scritto efficace e non catastrofista, in grado di far riscoprire il senso profondo dell’ecologia, la problematica dell’aumento demografico, la razionalità delle politiche del riciclo e del riutilizzo di risorse e materiali. Un libro, come scrive l’autore, zeppo di verbi che iniziano per “r” e per “ri-“, che lanciano tutti la scommessa della decrescita: “ridurre, ridistribuire, rilocalizzare, rallentare, restituire, rimborsare, rinunciare…”. Un saggio che fa riflettere, destinato a far discutere.

Journal Entry 2 by LAULAN77 from Pisa, Toscana Italy on Saturday, March 1, 2008
La lista aggiornata dei partecipanti al Ring:


Journal Entry 3 by Rosen from Verona, Veneto Italy on Tuesday, April 8, 2008
Trovato oggi al mio ritorno dal lavoro, nella sua brava busta riciclata, in piena aderenza allo spirito della decrescita ;D
Sono impaziente di leggerlo, visto che ho appena ascoltato il guru italiano della decrescita felice (Maurizio Pallante) in una conferenza, ma devo dare precedenza ad un paio di ring già presenti in casa.
In ogni caso, in lettura al più presto.
E nel frattempo, grazie un mucchio.

Journal Entry 4 by Rosen from Verona, Veneto Italy on Monday, June 23, 2008
Ci ho messo un sacco di tempo, e me ne scuso, ma era un libro che andava letto con calma e attenzione. E digerito per bene. L'ho letto a tappe, perché purtroppo non c'è sempre la concentrazione giusta per queste cose.
Nonostante quello che ho appena scritto, per non dare false impressioni, io l'ho trovato un libro piacevole e scorrevole, scritto bene, anche se non molto lineare negli argomenti affrontati e a volte ripetitivo.
Ok, finita la mia tiritera stilistica posso passare alle idee.
E' stato INTERESSANTISSIMO.
Io mi sono avvicinata all'idea di decrescita attraverso quello che ho sentito nella trasmissione di RaiRadio2 "Caterpillar", la ormai famosa "decrescita felice". E' vero che sono anche andata ad ascoltare Maurizio Pallante ad una conferenza, ma per forza di cose era stata una conferenza un po' scolastica.
Se da una parte, dopo aver letto questo saggio, mi sono un po' ricreduta sulla felicità effettiva della decrescita, dall'altra sono proprio contenta di aver approfondito.
La società che va cambiata radicalmente, l'influenza nefasta della scuola pubblica e istituzionalizzata sulle generazioni, la pessima abitudine di viaggiare ("se per andare in costa rica in aereo consumi il prodotto interno lordo del burkina faso, ti sembra il caso di andarci?"), la ridicola assurdità di credere in parole come "sviluppo" e "sostenibile" nello stesso contesto, l'inutilità di certe azioni che fanno consumare le mani dagli applausi, son tutte cose alle quali non avevo mai pensato. O quasi.
Forse la cosa che mi ha più costretta a pensare, ad analizzare l'effettiva situazione attuale, è la poca importanza che, tutto sommato, viene data alle azioni personali e quotidiane dei singoli. Leggere che sì, siete bravi a spegnere le lucine dello stand by, chiudere l'acqua mentre vi lavate i denti, comprare le lampadine a risparmio energetico, mangiare poca carne e comprare biologico, ma non serve pressoché a niente. Ecco, forse questa è la cosa che più mi ha colpita. Credo, e continuerò a farlo, che le azioni personali abbiano una responsabilità diretta sul mondo, ma qui ti si spiega che non è abbastanza, che siamo ad un punto in cui si devono prendere decisioni collettive di portata globale, altrimenti non serve a nulla. E' fastidioso sentirsi inutili. Molto, molto fastidioso. Ma è anche importante rendersi conto di certe cose.
Interessantissime le parti che parlano di ecofascismo e ecodemocrazia.L'unica parte che non mi è chiara per niente è quella che riguarda le "risposte" della decrescita alle aspirazioni del terzo mondo. Ma mi riservo di capire se sia una mancanza del libro o della filosofia in sè.
Ecco, direi che "fastidiosamente interessante" è una definizione molto vicina alla mia percezione di questo libro. Perché se dà fastidio, se fa un po' male, vuol dire che qualche nervo scoperto - anche per chi pensa di essere una "brava" ecologista consapevole - va a toccarlo.
Ci sarebbero un milione di cose di cui parlare e non è questo il luogo adatto, me ne rendo conto. Lascio solo un accenno al concetto di "povertà percepita" che credo diventerà una mia fissazione socio-filosofica per un bel pezzo.
Grazie mille per il ring, ne avevo bisogno, che me ne rendessi conto o meno, e lo passerà al prossimo anello entro breve.

Journal Entry 5 by il-picchio from Verona, Veneto Italy on Friday, July 4, 2008
ce l'ho io!
solo che ogni tanto il mio piccì decide di prendersi ferie per cui mi disperdo nel web, portate pasiensa

Journal Entry 6 by il-picchio at Verona, Veneto Italy on Wednesday, March 13, 2013
a volte la vita prende il sopravvento... poi libri che parevano perduti finalmente tornano in viaggio, con molte e sincere scuse
spedito oggi!!!

Journal Entry 7 by antonellaS at Saloniki, -- Ports, Waterways & Ships -- Greece on Tuesday, July 29, 2014
Diciamo che ho trovato il libro per caso, e non sapevo di averlo, ne di averlo prestato - sano e salvo, ha preso solo un po' di umidità

forum

Journal Entry 8 by Sanatolla at Lyon, Rhône-Alpes France on Saturday, April 14, 2018
a mia discolpa posso solo dire di essere sempre piu' distratta-sopraffatta da questa frenetica vita moderna!!
A chi spedisco?
anatolla-bis (Casabianca (RM))
mangelzoo (Roseto Degli Abruzzi (TE))
Chabbba (Taranto)
annanda (Padova)
Dolce (Pozzuoli (NA))
afrodita (Torino)

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