Gelido pomeriggio di quattro o cinque anni fa.
Appena uscito da scuola, faccio un giretto in libreria.
Come al solito, mi soffermo nel reparto Feltrinelli.
Osservo i libri della Yoshimoto.
Ad un certo punto, due file più su, vedo una copertina strana.
Sfondo rosso, ideogrammi verdi.
Attirato, prendo il libro in mano.
Tokyo blues - Norwegian wood, di un/una certo/a Haruki Murakami.
Mai sentito/a prima.
Leggo il retrocopertina.

Per le strade del centro di Tokyo, affollato crocevia di solitudine, Toru e Naoko, un ragazzo e una ragazza non ancora ventenni, camminano insieme in silenzio. Non sanno cosa dirsi, o forse hann paura, parlando, di sfiorare il segreto che li tiene sospesi in mezzo alla folla: il ricordo di una sconvolgente tragedia che a poco più di sedici anni li ha legati per sempre. Una struggente storia d'amore, ambientata nel clima inquieto del Sessantotto giapponese, tra lotte studentesche e passioni culturali e politiche. [...]

Rimango folgorato. "DEVO prenderlo", penso.
Vado verso la cassa col libro in mano.
Euforico, lo pago e lo porto via con me, avidamente.

Non lo leggo subito. Di solito, quando compro un libro, aspetto IL momento.
Il momento in cui sento che quello è IL momento in cui il libro deve essere letto.
IL momento è arrivato dopo qualche settimana.

Ancora oggi, a distanza di anni, ricordo come rimasi ammaliato da Haruki Murakami.
Dalla sua storia, dal suo modo di scrivere.
Dai suoi personaggi, dai suoi dialoghi.
Dai paesaggi descritti, dalle parole non dette.
Da ogni signolo gesto dei protagonisti.

Da allora Haruki Murakami è uno dei miei scrittori preferiti,
e Norwegian wood, questo il titolo VERO (usato, finalmente, nella ristampa Einaudi uscita l'anno scorso), è IL mio libro preferito.

Ho entrambe le edizioni. Sono legatissimo a quella copertina rossa e verde.. e dubito riuscirò a liberarmene. Altrettanto adoro la nuova edizione che, finalmente, adotta il titolo originale.

Questa è la nuova edizione Einaudi.
Magari un giorno ne farò un bookring. Vedremo..