la genesi della specie

Registered by azimuth of Roma, Lazio Italy on 2/10/2005
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Journal Entry 1 by azimuth from Roma, Lazio Italy on Thursday, February 10, 2005
Durante un esperimento di calcolo quantistico
Ponter Boddit, uno scienziato
Neandertal, supera accidentalmente le
barriere che separano il suo mondo da
quello della specie umana e si ritrova in
un universo parallelo, che gli appare carico
di contraddizioni e di ambiguità. Messo in
isolamento, l'alieno diviene un oggetto di
studio per un gruppo di ricercatori ed
esperti, e un'attrazione irresistibile per i
media e per i politici delle varie nazioni,
che ne reclamano l'ideale proprietà. Nello
stesso tempo, nella dimensione dei
Neandertal, il compagno di Ponter, Adikor
Huld, viene accusato del suo omicidio.
Riuscirà a provare la propria innocenza,
pur non potento neppure immaginare
quanto gli è accaduto?
Romanzo speculativo e thriller a orologeria,
scientificamente plausibile ed emotivamente
coinvolgente, La genesi della specie
è una brillante esplorazione di grandi
temi quali il fato, il libero arbitrio e la
natura dell'universo. Attraverso le storie
parallele dei Neandertal e degli umani e il
contatto tra le due specie, Sawyer analizza
tensioni e conflitti profondi - individuali e
collettivi - ma anche le possibilità, le
sfide, le occasioni di crescita culturale,
scientifica e spirituale legate all'invontro
con tutto ciò che è altro.


Bellissimo romanzo di narrativa fantascientifica hard (quel genere che predilige la verosimiglianza alla fantasia) che promette di far riflettere il lettore.

Il romanzo inizia con pochissima suspence perché l'incidente (anticipato dal retro della copertina) accade subito nelle prime pagine, e la sensazione che il lettore ha è che l'autore voglia subito mettere in pista l'idea che ha avuto. Nel corso della lettura, però, si susseguono i confronti tra una civiltà presumibilmente arretrata come quella dei Neandertal e quella umana. Si scopre così che il lettore è incorso in un enorme abbaglio: non si tratta di un confronto tra una cultura arretrata (Neandertaliana) e una avanzata (umana), bensì tra due culture che partono da presupposti completamente opposti.

Il mondo Neandertal è preciso, sicuro, affascinante nella sua semplicità, tecnologico quanto basta, molto poco sfruttato, abitato da individui dediti al rapportarsi eticamente invece che moralmente gli uni agli altri. È anche un pianeta, però, dove viene data più importanza alla collettività che all'individuo, dove è impossibile (impensabile???) avere privacy e dove esistono debolezze strutturali (non è un mondo perfetto).

Non si possono integrare, insomma, non perché siano a livelli diversi, ma perché ognuna parte da un punto di partenza completamente diverso.

Il mondo in cui si trova catapultato il protagonista tarchiato è un mondo completamente distrutto dall'avidità umana, dalla sua animalità, che ha permesso la distruzione dell'ambiente in cui vive. Un mondo dove l'essere umano usa comunemente la violenza, dove uccide e mangia persino i suoi "cugini" primati, un mondo nel quale sicuramente Boddit si trova solo. Una solitudine che viene mitigata solo in parte dalla solidarietà degli umani che incontra sul suo cammino.

Ci sono anche molti spunti di riflessione sul modello fisico della nascita dell'Universo, sul significato della vita e della morte, sulla religione e le credenze in genere. Non posso ovviamente spiegare il motivo per cui è avvenuto questo fatto (rovinerei la suspence! ;-)), ma è affascinante come l'autore riesca a dare una base teorica molto forte all'ipotesi che giustifica il corso alternativo della storia dell'altro mondo.

L'unico appunto che si può fare a questo libro è che, forse, l'autore si è preparato molto per dare una credibilità al mondo alternativo, ma ha trascurato la caratterizzazione dei personaggi, che rimane forse un po' stereotipata. Nel complesso un romanzo decisamente stimolante.

Nota: il romanzo ha vinto il Premio Hugo 2003.

Journal Entry 2 by Magnolya from Roma, Lazio Italy on Saturday, March 17, 2007
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