L'ho letto di ritorno da Parigi, in meno di un'oretta, credo.
E' un bel racconto breve di 50 pagine (ma che costa quanto un brossurato di 200 pagine), che racconta dal punto di vista di un ragazzino cosa potrebbe succedere a una città se rimanesse senza parole, cioè senza possibilità di comunicazione.
Ma ancora di più racconta quali potrebbero essere la cause di questa (dal mio punto di vista neanche pensabile) catastrofe: non amare le parole scritte, non saper riconoscere la tenerezza di animo e l'indole fondamentalmente silenziosa di chi ama i libri...
Bello.
"Non sapevo definirla, la bellezza, ma i suoni, gli accenti e poi il senso, possedevano in sé questa istantanea traduzione: bellezza, pensai, è star bene, sentirti pieno di cose e averne altre fuori che ti rivestono perfettamente, senza lasciarti un solo di pezzo di corpo scoperto: bellezza è questo vestito che ti senti cucito addosso, soffice, caldo, indistruttibile, fra tanti altri che mancano sempre di qualcosa".