E l'eco rispose

by Khaled Hosseini | Literature & Fiction | This book has not been rated.
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Journal Entry 1 by PNProLoco from Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italy on Thursday, October 6, 2022
Il racconto ha inizio nell'autunno del 1952, nel piccolo villaggio afghano di Shadbagh. Qui risiedono i due bambini protagonisti della storia, Abdullah, di dieci anni, e Pari, la sua sorellina di tre anni. Orfani di madre, crescono in grande povertà, accuditi dal padre, Sabur, e dalla matrigna, Parwana, e in compagnia del fratellastro, Iqbal. Tra loro vi è un amore fuori dal comune che li lega molto. Purtroppo, questo loro legame è destinato a rompersi. Infatti, un giorno Sabur, con il pretesto dell'aver trovato un lavoro, lascia il villaggio per accompagnare la figlia Pari a Kabul. Al viaggio, nonostante la contrarietà del padre, si unisce Abdullah. Una volta giunti a Kabul vengono ospitati dallo zio Nabi, fratello di Parwana, che lavora come autista e maggiordomo presso la ricca famiglia Wahdati. È in questo momento che Abdullah capisce che sta per avvenire qualcosa di tragico: la sorellina Pari viene infatti venduta ai coniugi Wahdati per realizzare in desiderio della signora Nila di avere una figlia, in cambio di un grande contributo economico. Abdullah si trova costretto ad accettare la decisione del padre, anche se non riuscirà mai a perdonarlo.

Nila è una giovane poetessa dalle idee progressiste, che fuma sigarette in pubblico, ascolta jazz ed esprime liberamente le sue opinioni, dunque una persona molto libera. Con l'inizio della lunga guerra russo-afghana lei e Pari si trovano costrette a lasciare l'Afghanistan e trasferirsi in Europa, a Parigi. Con la guerra Kabul cade in rovina e alla fine del conflitto molti stranieri corrono in aiuto. Tra questi vi è, per esempio, il chirurgo plastico greco Markos Varvaris, che vi si reca nel 2002 e che affitta la casa ereditata dall'ormai vecchio Nabi dopo la morte del suo padrone, il signor Wahdati.

Un'altra persona che interviene come volontaria dopo la guerra è l'infermiera bosniaca Amra Ademovic, che assiste i feriti all'ospedale Wazir Akbar Khan, risiedente anche lei nella casa di Nabi, insieme a Markos e ad altri medici dell'équipe di volontariato. Dopo la guerra giungono a Kabul anche persone che, emigrate, tornano per riappropriarsi di ciò che è rimasto dei loro beni. Tra questi, i due cugini Idris e Timur, che erano emigrati in California, a San José, negli anni ottanta e che nel 2003 fanno ritorno nella loro città. Timur ora è un immobiliarista e Idris un medico. Quest'ultimo si dimostra molto disponibile ad aiutare i bisognosi, in particolare Roshi, una ragazzina deturpata dallo zio con un colpo di ascia alla testa. Conclusi i loro affari, i due cugini fanno ritorno a San José, dove ricompare uno dei protagonisti, Abdullah, che evidentemente era fuggito anche lui dalla guerra. Ora lavora in un ristorante afghano, l’Abe's Kabob House, e vive con la moglie Sultana e con la figlia, Pari, chiamata così in ricordo della sorellina, da tanto tempo lontana da lui.

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