Nello spietato gioco di intrighi e corruzione di Washington, anche per fare del bene bisogna agire nell'illegalità. Questo è quanto Faith Lockhart sta raccontando all'FBI sul suo ex capo, il potente lobbista Danny Buchanan, costretto a corrompere senatori per ottenere fondi a favore delle cause umanitarie le cui sorti ha preso così a cuore da un decennio. Durante uno degli incontri tra Faith ed il Bureau nel villino abbandonato tra i boschi intorno alla capitale, un cecchino attenta alla sua vita, uccidendo però solo il suo agente di scorta. Accade infatti l'imprevisto: intorno a quel villino si stava aggirando anche Lee Adams, investigatore privato incaricato di sorvegliare Faith da un personaggio anonimo, presumibilmente un marito geloso... o almeno così pensava inizialmente Lee. Nello scontro a fuoco scatenatosi dopo l'attentato l'occhio privato riesce ad avere la meglio sul cecchino, ferendolo e costringendolo alla fuga. Raggiunta una terrorizzata Faith, Lee prende immediatamente le redini del gioco in mano, cancellando le proprie tracce e dandosi alla macchia con la giovane donna. In un rompicapo ad incastri, in cui nessuno può fidarsi di nessuno, Lee e Faith dovranno vedersela con nientemeno che FBI, CIA, servizi segreti deviati, sicari addestrati ad uccidere.

«Il thriller, nelle sue varie declinazioni, costituisce una grande palestra delle emozioni. È un mezzo con cui elaboriamo e digeriamo ansie generali e particolari. Un singolo racconto può indirizzarci verso un timore specifico, soprattutto nel periodo storico di grande tensione in cui ci troviamo a vivere. Abbiamo bisogno
di affrontare le nostre paure più profonde e il thriller rispecchia la contemporaneità più di qualunque altro. Nel passato erano le fiabe ad aiutare a tirar fuori timori di vario genere, ma dal secolo scorso questo ruolo è passato ai “crime”, più adatti a rispondere ai bisogni della società moderna».