I miserabili 2

by Victor Hugo | Literature & Fiction | This book has not been rated.
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Registered by BesozzoSLetture of Besozzo, Lombardia Italy on 7/12/2017
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Journal Entry 1 by BesozzoSLetture from Besozzo, Lombardia Italy on Wednesday, July 12, 2017
Il testo si apre con le vicissitudini del vescovo di Digne in data 1815, il monsignor Charles-François-Bienvenu Myriel, che ricopriva questa posizione già dal 1806. Considerato un giusto per via della sua rettitudine e del suo interesse per i poveri, proprio per questo non è ben accetto dagli altri porporati. È lui il personaggio principale del libro primo.

Jean Valjean, giovane potatore a Faverolles, dovendo provvedere alla sorella e ai figli di questa, per disperazione si trova costretto a rubare un tozzo di pane; per questo crimine viene condannato a cinque anni di lavori forzati nel carcere di Tolone, pena che viene allungata di ulteriori 14 anni a seguito di vari tentativi falliti di evasione. Viene infine liberato dal carcere a seguito di un'amnistia nei primi giorni del 1815, dopo 19 anni di reclusione; in questa data egli ha 46 anni, si può perciò comprendere che l'uomo fosse entrato in carcere a 27 (nel 1796) e che fosse nato nel 1769.

All'uscita dal carcere Jean Valjean si trova a vagabondare per diversi giorni attraverso il sud-est della Francia, vedendosi chiudere in faccia ogni alloggio ed ogni opportunità a causa del suo passato di galeotto, confermato dal passaporto giallo che ha con sé, che lo identifica come un reietto della società. Gli è fatto obbligo di presentare il documento ovunque lui si rechi. Questa situazione disperata finisce per esasperare il risentimento e l'odio nei confronti della società e di tutto il genere umano fino a spingerlo ad una fredda malvagità d'animo. Nel frattempo, giunto, vagabondando, nella città di Digne, ha la fortuna di imbattersi nel vescovo della città, Monsignor Myriel, ex aristocratico rovinato dalla Rivoluzione francese e costretto all'esilio, trasformatosi, dopo una crisi spirituale, in un pio e giusto uomo di Chiesa dall'eccezionale altruismo. In un primo momento Valjean diffida del prelato, che pure lo accoglie in casa e tenta di redimerlo dai suoi vecchi peccati, e giunge anzi a rubare le posate d'argento del vecchio e a fuggire. Catturato dalla polizia, però, viene portato di nuovo di fronte al Vescovo, il quale lo difende dai gendarmi sostenendo che quelle posate fossero in realtà un dono, e anzi lo rimprovera di non avere preso anche i candelabri d'argento, fino ad allora gli unici oggetti di lusso tenuti da Myriel. Attraverso quel gesto, il monsignore compra l'anima di Jean Valjean e la consacra a Dio. Scosso e turbato dalla carità rivoltagli dal vescovo, in uno stato d'animo confuso Valjean, rilasciato, quella stessa notte commette un nuovo furto, rubando ad un bambino una moneta d'argento. Quando comprende ciò di cui si è reso colpevole, Jean Valjean, colto da una grave crisi di identità, capisce ciò che il vescovo aveva cercato di comunicargli e matura la decisione di cambiare vita, seguendo l'esempio del caritatevole prelato. Quello stesso anno, il 1815, Jean Valjean - ancora ricercato per i furti commessi - si stabilisce a Montreuil-sur-Mer dove, grazie al denaro del vescovo, riesce ad impiantare una fiorente industria di bigiotteria e a diventare un cittadino rispettabile, ovviamente celando il proprio passato e assumendo la falsa identità di Monsieur Madeleine. I suoi gesti di bontà e di carità verso i poveri lo rendono presto molto amato dagli abitanti della cittadina, che giungono a nominarlo sindaco di lì a pochi anni. Solo l'ispettore di polizia locale, Javert, che era stato secondino a Tolone, nutre alcuni dubbi sul suo passato ed inizia a sospettare la sua reale identità. Frattanto Valjean incontra una poverissima donna, Fantine, ex impiegata in una delle sue fabbriche licenziata - a sua insaputa - dalla sua direttrice del personale perché ragazza madre, fatto inaccettabile data la moralità del tempo. Deciso ad aiutare l'infelice, gravemente ammalata, Jean Valjean la salva dalla prigione in cui Javert, venuto ad arrestarla per un'aggressione ad un aristocratico che l'aveva importunata durante la sua attività di prostituta, voleva spedirla. Una volta caduta in malattia, le promette di ricongiungerla alla figlia, Cosette, affidata dalla madre cinque anni prima ad una coppia di locandieri a Montfermeil.

Contemporaneamente però, Valjean viene a sapere che, a causa di uno scambio di identità, un uomo catturato dalla polizia ad Arras è stato ritenuto essere l'evaso Jean Valjean e rischia come tale l'ergastolo. Pur rendendosi conto che l'evento potrebbe volgere a suo vantaggio, eliminando per sempre i sospetti del passato dalla sua persona, l'ex forzato comprende che non può permettere che un innocente venga incriminato al suo posto; dopo una notte di angosce e di indecisione, con una nuova crisi di identità, si reca in tutta fretta sul luogo del processo e si autodenuncia al giudice, rivelando la propria identità e scagionando così il suo "alter ego". Tornato a Montreuil-sur-Mer, Valjean ha appena il tempo di assistere alla morte di Fantine prima che la polizia, con Javert in testa, venga ad arrestarlo. Riesce poi a sfuggire una prima volta alla cattura, viene in seguito ripreso ma riesce ad evadere e a simulare la sua morte. Questi eventi avvengono nel 1823, all'epoca in cui Jean Valjean ha 54 anni. Fuggito di galera, Jean Valjean si reca a Montfermeil dove scopre le crudeli condizioni in cui i Thénardier, proprietari della locanda e tutori di Cosette, costringono a vivere la piccola, trattata al pari di una serva e privata di ogni affetto e calore. Dietro pagamento di una ingente somma, ed in parte imponendo la propria autorità (Valjean viene infatti descritto come un uomo dalla corporatura imponente e di una forza erculea) riscatta la bambina e si nasconde con lei a Parigi in una umile casa. Scovato anche qui dall'instancabile Javert, promosso ad ispettore nella capitale francese, Valjean è costretto nuovamente alla fuga e riesce a nascondersi con Cosette in un convento cittadino di monache di clausura, il Petit-Picpus, nel quale trova rifugio grazie all'intercessione del giardiniere, Monsieur Fauchelevent, un ex carrettiere a cui aveva salvato la vita tempo addietro a Montreuil. Trascorre in convento quasi sei anni, celandosi sotto l'identità di Ultime Fauchelevent, fratello del giardiniere e che resterà il suo nome "ufficiale" per il resto della sua vita. Cosette e Jean Valjean escono dal convento -per decisione dello stesso Valjean, che non voleva privare la piccola delle gioie della vita spingendola verso la vita monastica- nel 1829, all'epoca in cui il vecchio ha 60 anni e la bambina 14. Jean Valjean e Cosette prendono alloggio in Rue Plumet, a Parigi, dove vivono una vita modesta e ritirata grazie ai notevoli risparmi che Valjean era riuscito a mettere in salvo prima della sua cattura a Montfermeil; il denaro che questi aveva guadagnato al tempo in cui si faceva passare per Monsieur Madeleine ammonta infatti alla sostanziosa cifra di 600 000 franchi, nascosti con cura ai piedi di un albero in un bosco nei pressi di Montfermeil, dai quali Valjean attinge però con estrema parsimonia considerandoli la dote di Cosette.

Nel corso delle lunghe passeggiate dei due nei Giardini del Lussemburgo, la giovane Cosette nota un giovane, Marius, studente universitario, liberale, repubblicano e bonapartista di buona famiglia ma praticamente diseredato a seguito di una lite, per motivi politici con il nonno, un nostalgico monarchico. Figlio di un ufficiale napoleonico sopravvissuto a Waterloo, cresciuto in ambienti reazionari cari al nonno materno, il giovane Marius riscopre l'identità del padre e l'amore per la Rivoluzione e l'Imperatore. Arrivato tardi al capezzale del padre morente, mostrerà venerazione al padre tenendo fede alle sue ultime volontà redatte nel testamento: qualora Marius ritrovasse un tale Thenardier, farà di tutto per renderlo felice. Quell'uomo, secondo quanto scritto dal padre, lo salvò dalla morte sul campo di battaglia di Waterloo. In realtà Thenardier, estrasse il corpo dell'ufficiale dal cumulo di corpi dove sarebbe soffocato, solo per depredarlo di eventuali ricchezze. Per Marius ripagare quel debito diventa lo scopo di una vita, ma lui non conosce la verità: infatti, secondo i Thernadier, il padre fu portato via in spalla durante la battaglia sotto il fuoco nemico. Finché passeggiando ai giardini scorge Cosette e se ne innamora.

Nel frattempo, Jean Valjean cade in un tranello tesogli da Thénardier, l'ex oste di Montfermeil che, caduto in disgrazia, era divenuto capo di una banda di ladri ed assassini parigini e che, a conoscenza della ricchezza dell'ex forzato, lo attira con i suoi soci in casa sua e lo rapisce. Valjean riesce però a salvarsi in parte grazie a Marius, che venuto a sapere per caso del piano di Thénardier, suo inaspettato vicino di casa, attraverso un buco sulla parete che divide i due alloggi, allerta la polizia, facendo però così intervenire sul luogo del delitto proprio il terribile Javert. Nella confusione che segue Valjean riesce comunque a dileguarsi sia dai banditi che dalle forze dell'ordine lanciandosi da una finestra.

Marius, intanto, scoperta l'abitazione di Cosette e del padre grazie ad Eponime, inizia a tessere con la giovane una platonica ma intensa relazione d'amore, all'insaputa del genitore di questa. Quando però il vecchio, timoroso, dopo il faccia a faccia con Thénardier, per l'incolumità della figlia le comunica la sua intenzione di trasferirsi con lei in Inghilterra, i due amanti disperati si trovano costretti alla separazione. Marius, disperato ed impotente, decide di uccidersi: scrive una lettera con le sue ultime volontà e la consegna a Gavroche, monello di strada figlio dei Thernadier, da recapitare a Cosette. In questo modo, spera di salvare dalla morte il figlio del benefattore del padre. Si avvia perciò verso il centro cittadino, dove stanno intanto divampando gli scontri fra rivoluzionari repubblicani e soldati di Luigi Filippo e si unisce ai suoi amici insurrentisti capeggiati dal carismatico Enjolras cercando la morte sulle barricate.
La libertà che guida il popolo, quadro di Delacroix che probabilmente ispirò il IV Tomo del romanzo

Mentre infuriano gli scontri della notte fra 5 e 6 giugno 1832, Jean Valjean viene a scoprire, tramite una lettera traditrice scritta da Cosette per Marius, il legame fra i due, da lui nemmeno sospettato. Soffocato dall'amore per Cosette, e dalla paura di perderla, il genitore rimane sconvolto dalla notizia. Poco dopo, quella stessa notte, Gavroche, gli recapita il messaggio scritto per Cosette dal giovane dalla barricata e riesce a tornare in tempo per aiutare i suoi compagni assediati, dove morirà. Leggendolo, Jean Valjean scopre l'intenzione del giovane di suicidarsi e, alla notizia, pur se combattuto si avvia egli stesso alla barricata. Qui, nell'infuriare degli scontri, ritrova Javert, fatto prigioniero dei rivoltosi e da questi condannato a morte. Tramite un sotterfugio, l'ex forzato si incarica dell'esecuzione dell'ispettore ma, nascosto dietro ad un muro che lo rendeva invisibile ai rivoltosi, simula l'omicidio e risparmia il poliziotto. Poi, mentre polizia e Guardia Nazionale irrompono nella barricata, porta in salvo Marius, colpito e privo di sensi, sottraendolo alla cattura e alla morte conducendolo sulle sue spalle in un terrificante viaggio attraverso le fogne parigine. Nel tentativo di uscire dal dedalo delle fogne parigine, Jean Valjean incontrerà Thenardier, rifugiatosi nella cloaca per sfuggire all'ispettore Javert, appostato lì fuori. Mentre Jean Valjean riconosce l'antico locandiere di Montfermeil, Thenardier non riconosce Jean Valjean. Scambiatolo per un assassino gli accorda la libertà, ossia gli apre l'inferriata che affacciava sulla Senna, in cambio della spartizione del bottino rubato al presunto defunto che portava in spalla. Finite le contrattazioni all'uscita della fogna l'ex forzato si imbatte però in Javert, che lo arresta e lo conduce con sé in una carrozza. Dopo aver depositato l'esanime Marius a casa del nonno, Javert riconduce Jean Valjean a casa sua e, con suo sommo stupore, lo lascia libero di andarsene. In seguito, l'integerrimo ispettore di polizia, incapace di conciliare la propria coscienza di uomo, che deve la vita ad un criminale e gli è perciò riconoscente, con quella di tutore della legge, sceglie il suicidio gettandosi nella Senna.

Marius, ristabilitosi dalle ferite e riconciliatosi con il nonno, sposa Cosette -con il beneplacito di Jean Valjean- nel 1833. Dopo il matrimonio questi, pur avendo ricevuto l'offerta di vivere con la novella coppia nella loro casa, come già era successo a Montreuil comprende, dopo una tormentatissima notte, di non poter porre la propria felicità al disopra di quella di un altro -nella fattispecie quella di Cosette- e di non poter permettere che il proprio passato possa mettere in pericolo la futura vita della giovane. Perciò, preso in disparte Marius gli racconta del proprio passato di galeotto, ed accetta con profondo dolore di separarsi da Cosette e a non vederla più.

Lontano dalla figlia adottiva, solo e depresso, il 64enne Jean Valjean inizia a risentire quasi improvvisamente del peso dei suoi anni, ammalandosi ed indebolendosi sempre più. Quando, nel giugno 1833, Marius viene fortuitamente a sapere, proprio grazie al malvagio Thénardier -che dal canto suo meditava una ennesima truffa ai danni del giovane- di dovere la vita a Jean Valjean, fa appena in tempo a correre da lui con Cosette per assistere alla sua morte, e a dare il tempo al vecchio di vedere un'ultima volta l'amata figlia adottiva. Valjean esala così l'ultimo respiro, sventurato ma lieto, significativamente illuminato dalla candele poste sui candelabri donatigli dal vescovo di Digne, nel cui esempio ha vissuto la sua intera vita di galeotto redento.

Journal Entry 2 by BesozzoSLetture at Stazione ferroviaria di Besozzo in Besozzo, Lombardia Italy on Wednesday, July 12, 2017

Released 6 yrs ago (7/12/2017 UTC) at Stazione ferroviaria di Besozzo in Besozzo, Lombardia Italy

WILD RELEASE NOTES:

stato buono, rilasciato presso la stazione ferroviaria di Besozzo

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