Pyongyang
Registered by saturn111 on 7/20/2015
7 journalers for this copy...
Questo libro è un ring: http://forum.bookcrossing-italy.com/viewtopic.php?f=23&t=26733
Elenco partecipanti:
★Éowyn
★kaiou
★-Fuku-
★Therese
★abeja
★Alessiam1984 <--- il libro è qui
★cloe89
★anatolla
★MissMorgenstern
Elenco partecipanti:
★Éowyn
★kaiou
★-Fuku-
★Therese
★abeja
★Alessiam1984 <--- il libro è qui
★cloe89
★anatolla
★MissMorgenstern
Journal Entry 2 by saturn111 at -- via posta o passaggio a mano --, Campania Italy on Friday, July 24, 2015
Released 8 yrs ago (7/24/2015 UTC) at -- via posta o passaggio a mano --, Campania Italy
CONTROLLED RELEASE NOTES:
Il ring è partito!
Journal Entry 3 by italianeowyn at Prata di Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italy on Wednesday, August 5, 2015
Arrivato ieri pomeriggio e letto ieri sera ;)
All'inizio ho avuto uno straniante senso di deja vu: per un attimo ho temuto di averlo già letto e di averlo rimosso. Finalmente ho capito ch i deja vu riguardavano un altro libro ambientato (anche) nella Repubblica Popolare Democratica (sig) di Corea: "Bad Lands - Un turista sull'asse del male", T. Weeler.
Lo straniamento è dato dal fatto che a Weeler sono successe praticamente le stesse cose che a Delisle: l'albergo per stranieri sull'isola, le visite obbligate ai momumenti nazionali, la mancanza di VITA dei nordcoreani... "1984" è divenuto realtà ed è stato superato.
Aggiungo il titolo di un gran bel romanzo ambientato sempre in Nord Corea: "Il Signore degli Orfani". Se vi capita tra le mani non lasciatevelo sfuggire.
Grazie Saturn! :*
All'inizio ho avuto uno straniante senso di deja vu: per un attimo ho temuto di averlo già letto e di averlo rimosso. Finalmente ho capito ch i deja vu riguardavano un altro libro ambientato (anche) nella Repubblica Popolare Democratica (sig) di Corea: "Bad Lands - Un turista sull'asse del male", T. Weeler.
Lo straniamento è dato dal fatto che a Weeler sono successe praticamente le stesse cose che a Delisle: l'albergo per stranieri sull'isola, le visite obbligate ai momumenti nazionali, la mancanza di VITA dei nordcoreani... "1984" è divenuto realtà ed è stato superato.
Aggiungo il titolo di un gran bel romanzo ambientato sempre in Nord Corea: "Il Signore degli Orfani". Se vi capita tra le mani non lasciatevelo sfuggire.
Grazie Saturn! :*
Arrivato oggi con la consegna bi-settimanale delle poste estive pisane (PEP™).
Stasera si legge!
Stasera si legge!
Per un caso curioso, sto leggendo i reportage a fumetti di Guy Delisle a ritroso, passando da uno stile maturo e ben scandito ai primi esperimenti, ancora incerti.
Delisle visita la Corea del Nord non al seguito della moglie (ancora assente), medico di MsF, ma come collaboratore di uno studio di animazione che ha subappaltato alla Corea la "manovalanza" dell'animazione.
Dei tanti paesi con libertà limitate, che ignorano i diritti dell'uomo, reprimono ogni forma di dissidenza, la Corea è quella che più mi ha inquietato. Per la completa chiusura al mondo ovunque non sia necessario, per la rassegnatezza delle persone. Non si parla mai di resistenza, di dissidenza, di tentativi di comunicare con il mondo, di informarsi. Non c'è traccia di quello che ci aspetteremmo da persone costrette a vivere nelle ristrettezze di un regime tanto opprimente.
Gli stranieri provano a fare nulla, ovviamente, perché sono consapevoli di essere in una situazione pericolosa, i nordcoreani a contatto con loro hanno sempre molto da perdere, famiglie, posizione sociale, se lasciano traspirare qualsiasi segno di scontentezza.
Guy Delisle fa un magnifico lavoro nel cercare le crepe in questa facciata lucida e falsa del regime. Scuote chiunque incontri alla ricerca di quell'umanità rinchiusa che aspetta solo un piccolo varco per mostrarsi.
Pensavo che Israele fosse folle, caotica e irrazionale, ma almeno era umana in ogni sua manifestazione.
Delisle visita la Corea del Nord non al seguito della moglie (ancora assente), medico di MsF, ma come collaboratore di uno studio di animazione che ha subappaltato alla Corea la "manovalanza" dell'animazione.
Dei tanti paesi con libertà limitate, che ignorano i diritti dell'uomo, reprimono ogni forma di dissidenza, la Corea è quella che più mi ha inquietato. Per la completa chiusura al mondo ovunque non sia necessario, per la rassegnatezza delle persone. Non si parla mai di resistenza, di dissidenza, di tentativi di comunicare con il mondo, di informarsi. Non c'è traccia di quello che ci aspetteremmo da persone costrette a vivere nelle ristrettezze di un regime tanto opprimente.
Gli stranieri provano a fare nulla, ovviamente, perché sono consapevoli di essere in una situazione pericolosa, i nordcoreani a contatto con loro hanno sempre molto da perdere, famiglie, posizione sociale, se lasciano traspirare qualsiasi segno di scontentezza.
Guy Delisle fa un magnifico lavoro nel cercare le crepe in questa facciata lucida e falsa del regime. Scuote chiunque incontri alla ricerca di quell'umanità rinchiusa che aspetta solo un piccolo varco per mostrarsi.
Pensavo che Israele fosse folle, caotica e irrazionale, ma almeno era umana in ogni sua manifestazione.
Mi sono infilata di soppiatto nel ring! Il libro era in casa e ne ho approfittato per leggerlo anche io. Da poco avevo letto dello stesso autore 'Cronache di Gerusalemme' e 'Cronache Birmane', ed ero molto curiosa di leggere gli altri suoi reportage.
Pyongyang mi è piaciuto molto! Lo stile di narrazione è meno schematico rispetto agli altri reportage che ho letto, forse perché questo libro è precedente e Delisle ancora cercava una struttura per i suoi racconti. Nonostante questo, ci dà l'opportunità più unica che rara di vivere la quotidianità di uno straniero in uno dei paesi più chiusi e difficili da visitare o semplicemente conoscere, governato da una delle dittature più estreme esistenti. Non si può non riflettere sui diritti e sulla società in tutti i suoi aspetti leggendolo, e soprattutto sull'umanità e gli esseri umani che non finiscono mai di stupire -spesso negativamente-.
Pyongyang mi è piaciuto molto! Lo stile di narrazione è meno schematico rispetto agli altri reportage che ho letto, forse perché questo libro è precedente e Delisle ancora cercava una struttura per i suoi racconti. Nonostante questo, ci dà l'opportunità più unica che rara di vivere la quotidianità di uno straniero in uno dei paesi più chiusi e difficili da visitare o semplicemente conoscere, governato da una delle dittature più estreme esistenti. Non si può non riflettere sui diritti e sulla società in tutti i suoi aspetti leggendolo, e soprattutto sull'umanità e gli esseri umani che non finiscono mai di stupire -spesso negativamente-.
arrivato il 4 gennaio e già letto, mi è piaciuto molto, l'occhio ironico di Delisle coglie tutte le contraddizioni del regime: viene mostrato un impianto sportivo enorme, ma gli atleti non ci sono, i cittadini volontari che fanno manutenzione, la sbandierata autosufficienza e la mancanza di corrente elettrica, le manifestazioni esteriori della "superiorità" coreana e la mancanza di cibo. Il racconto è parziale perchè uno straniero non ha accesso a molti posti e viene costantemente controllato dalla guida ed interprete, tuttavia fa molto riflettere anche senza vedere la parte peggiore del regime.
Lo rispedisco a breve alla ringmaster!
Lo rispedisco a breve alla ringmaster!
arrivato a Milano, sarà la mia prossima lettura :)
http://forum.bookcrossing-italy.com/viewtopic.php?f=23&t=26733&p=559491#p559491