La guerra che non si può vincere
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Dopo aver visto un film molto toccante come il giardino di limoni, di Eran Riklis, ho sentito il bisogno di leggere qualcosa sul conflitto israelo-palestinese. Cercavo qualcosa non tanto di storico, quanto di sentito, testimoniato. Intellettuali da ambe le parti si sono schierati per una soluzione pacifica della questione territoriale, ma sembra che non sia questo il punto, il nodo. Un odio atavico, legato all'appartenenza della terra, si trasmette di padre in figlio e si riproduce come un virus, in una pandemia di cui ancora sembra non sia stata trovata una cura.
Grossman raccoglie in questo libro le sue riflessioni (articoli e interviste dal 1993 al 2004); una sua voce la sua che non ha mai fatto mancare a esortazione e sostegno di un dialogo, di un incontro tra questi popoli, "prigionieri della storia". In questo caso mi sembra che la poesia meglio che la storia sia in grado di cogliere l'essenziale delle cose, la sintesi e il fulcro della questione.
Ne lancio un ring per condividere questa lettura.
Grossman raccoglie in questo libro le sue riflessioni (articoli e interviste dal 1993 al 2004); una sua voce la sua che non ha mai fatto mancare a esortazione e sostegno di un dialogo, di un incontro tra questi popoli, "prigionieri della storia". In questo caso mi sembra che la poesia meglio che la storia sia in grado di cogliere l'essenziale delle cose, la sintesi e il fulcro della questione.
Ne lancio un ring per condividere questa lettura.
Pronto a partire.
Ho "aggiornato" la mia conoscenza sul conflitto israelo-palestineste, di cui questa raccolta di articoli ne accompagna la riflessione, e ho ripreso le fila della "storia", che per me, più o meno, si arrestava all'assassinio di Rabin....
Mi ha molto colpito l'atteggiamento di dialogo dell'autore che invita a riflettere sul desiderio di pace che si cela nell'animo di ciascun individuo parte di questa storia. Grossman, insieme al gruppo di scrittori che si presentano al mondo come la voce della coscienza di pace, mi ha molto colpito nel sostegno filogovernativo alla guerra in Libano! Una guerra che gli ha portato via il figlio, militare di leva, in un attentato di Hamas... un pacifismo non certo integralista il suo. D'altronde aleggia nelle riflessioni di Grossman la "paura" di essere numericamente estromessi e schiacciati dai palestinesi sulla base del "diritto al ritorno". Sentimenti forti, passione e ragione in conflitto nell'animo di Grossman, che in visita a Londra incontra i capi storici del terrorismo cattolico-irlandese e protestante. Qui coglie l'espressione che da il titolo al libro..."Abbiamo capito che dovevamo imparare a convivere, perché questa era una guerra che non si poteva vincere". Molto bella la riflessione che si è portata dietro: "...loro ci hanno messo circa 6 secoli...ci riusciremo anche noi?...
Ho "aggiornato" la mia conoscenza sul conflitto israelo-palestineste, di cui questa raccolta di articoli ne accompagna la riflessione, e ho ripreso le fila della "storia", che per me, più o meno, si arrestava all'assassinio di Rabin....
Mi ha molto colpito l'atteggiamento di dialogo dell'autore che invita a riflettere sul desiderio di pace che si cela nell'animo di ciascun individuo parte di questa storia. Grossman, insieme al gruppo di scrittori che si presentano al mondo come la voce della coscienza di pace, mi ha molto colpito nel sostegno filogovernativo alla guerra in Libano! Una guerra che gli ha portato via il figlio, militare di leva, in un attentato di Hamas... un pacifismo non certo integralista il suo. D'altronde aleggia nelle riflessioni di Grossman la "paura" di essere numericamente estromessi e schiacciati dai palestinesi sulla base del "diritto al ritorno". Sentimenti forti, passione e ragione in conflitto nell'animo di Grossman, che in visita a Londra incontra i capi storici del terrorismo cattolico-irlandese e protestante. Qui coglie l'espressione che da il titolo al libro..."Abbiamo capito che dovevamo imparare a convivere, perché questa era una guerra che non si poteva vincere". Molto bella la riflessione che si è portata dietro: "...loro ci hanno messo circa 6 secoli...ci riusciremo anche noi?...
E' a casa mia!
Grossman è un israeliano illuminato, una cd. "colomba", ma soprattutto è una persona intelligente. Il suo sapersi mettere dal punto di vista dell'altro e la critica verso alcuni capi di governo israeliani sono sintomo della sua apertura di vedute e della sua lucidità. Purtroppo il titolo del libro fa capire come egli sia pessimista sulla soluzione del conflitto arabo-israeliano.
il libro è arrivato oggi.
anch'io ho visto e amato "il giardino di limoni" sono curiosa di leggere il punto di vista di Grossman.
Lo porto in vacanza con me, dovo potrò leggere in santa pace per tutto il tempo che vorrò. che bello!
anch'io ho visto e amato "il giardino di limoni" sono curiosa di leggere il punto di vista di Grossman.
Lo porto in vacanza con me, dovo potrò leggere in santa pace per tutto il tempo che vorrò. che bello!
Journal Entry 6 by mimonni at By mail, A Bookring -- Controlled Releases on Monday, September 7, 2009
Released 14 yrs ago (9/7/2009 UTC) at By mail, A Bookring -- Controlled Releases
CONTROLLED RELEASE NOTES:
CONTROLLED RELEASE NOTES:
ho fatto veramente fatica a leggerlo per la mancanza assoluta di uno spiraglio di speranza che prospettano tutti questi scritti di Grossman. un libro molto duro che bisogna assolutamente trovare la forza di leggere per chiarirsi un po' le idee su un conflitto così complicato come quello israeliano/palestinese.
ringrazio conteroccabruna per il ring!
riparte domani mattina verso maddap.
ho fatto veramente fatica a leggerlo per la mancanza assoluta di uno spiraglio di speranza che prospettano tutti questi scritti di Grossman. un libro molto duro che bisogna assolutamente trovare la forza di leggere per chiarirsi un po' le idee su un conflitto così complicato come quello israeliano/palestinese.
ringrazio conteroccabruna per il ring!
riparte domani mattina verso maddap.
Arrivato.
EDIT:
Questa raccolta di articoli costiutisce un diario terribile, in cui i giorni passano, ma nulla sembra cambiare: attentati, occupazioni, morti dall'una e dall'altra parte si susseguono in una spirale di violenza senza via d'uscita. Grossman prova a scuotere i suoi connazionali, ormai rassegnati a una vita di guerra, in cui si decide di avere almeno tre figli, perche' non si sa mai...Prova a far capire perche' i palestinesi non si arrenderanno mai, viste le condizioni insopportabili in cui vivono, si sforza di dialogare con le colombe dell'altra parte, ma anche lui in certi momenti sembra vittima di un modo di pensare condizionato, da una parte parlando di ritiro unilaterale, ma dall'altra criticando l'altra parte se non condanna immediatamente gli attacchi terroristici. E la sua paura si fa ancora piu' forte al pensiero di un possibile ritorno dei profughi palestinesi in massa in Israele.
Ma una guerra che non si puo' vincere forse e' meglio perderla...per dedicarsi a costruire una nazione con un diverso modo di pensare.
Due articoli si allontanano dalla cronaca del conflitto israelo-palestinese. Uno e' sulla relazione tra tedeschi di oggi e Shoah: Grossman qui e' duro, ma a ragione afferma che non e' in suo potere assolvere nessuno, e che la Germania deve fare da sola i conti col suo passato. L'altro riguarda la visita di Giovanni Paolo II in Israele: e' stato molto interessante per me rendermi conto che ancora oggi i cristiani sono visti come gli antichi "persecutori", e vedere al contempo che la figura di un vecchio sofferente serve ad avvicinare e vincere secoli di paure.
Spedito a marnes.
EDIT:
Questa raccolta di articoli costiutisce un diario terribile, in cui i giorni passano, ma nulla sembra cambiare: attentati, occupazioni, morti dall'una e dall'altra parte si susseguono in una spirale di violenza senza via d'uscita. Grossman prova a scuotere i suoi connazionali, ormai rassegnati a una vita di guerra, in cui si decide di avere almeno tre figli, perche' non si sa mai...Prova a far capire perche' i palestinesi non si arrenderanno mai, viste le condizioni insopportabili in cui vivono, si sforza di dialogare con le colombe dell'altra parte, ma anche lui in certi momenti sembra vittima di un modo di pensare condizionato, da una parte parlando di ritiro unilaterale, ma dall'altra criticando l'altra parte se non condanna immediatamente gli attacchi terroristici. E la sua paura si fa ancora piu' forte al pensiero di un possibile ritorno dei profughi palestinesi in massa in Israele.
Ma una guerra che non si puo' vincere forse e' meglio perderla...per dedicarsi a costruire una nazione con un diverso modo di pensare.
Due articoli si allontanano dalla cronaca del conflitto israelo-palestinese. Uno e' sulla relazione tra tedeschi di oggi e Shoah: Grossman qui e' duro, ma a ragione afferma che non e' in suo potere assolvere nessuno, e che la Germania deve fare da sola i conti col suo passato. L'altro riguarda la visita di Giovanni Paolo II in Israele: e' stato molto interessante per me rendermi conto che ancora oggi i cristiani sono visti come gli antichi "persecutori", e vedere al contempo che la figura di un vecchio sofferente serve ad avvicinare e vincere secoli di paure.
Spedito a marnes.
Un libro molto amaro e disperato,nel senso di senza speranza.Ho avuto modo di farmi una panoramica sulla questione arabo-israeliana ma ne sono uscita ancora menoottimista
partito per la Sicilia
partito per la Sicilia
Il libro è con me.
E' indubbiamente un libro che tratta un argomento più che interessante, ho letto i primi due articoli ma in questo periodo non ho nè il tempo e nè la concentrazione adatta per affrontare una lettura così complessa. In futuro sicuramente lo leggerò, in ogni caso ringrazio la ringmaster per questa possibilità di lettura.
Il libro riparte non appena fabianaitaly mi comunica il suo indirizzo.
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EDIT:
Il libro è stato inviato ad italianeowyn.
Il libro riparte non appena fabianaitaly mi comunica il suo indirizzo.
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EDIT:
Il libro è stato inviato ad italianeowyn.
Journal Entry 12 by italianeowyn from Prata di Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italy on Wednesday, March 17, 2010
È con me :)
edit:
Causa aggiornamenti nel sito non riesco a fare nuove je. Ci tengo a dire che il libro è ripartito verso Conteroccabruna la settimana del 21 Maggio 2010 (non ricordo il giorno preciso).
Grazie a Conte per avermi permesso di leggere questa testimonianza (seppur demoralizzante).
edit:
Causa aggiornamenti nel sito non riesco a fare nuove je. Ci tengo a dire che il libro è ripartito verso Conteroccabruna la settimana del 21 Maggio 2010 (non ricordo il giorno preciso).
Grazie a Conte per avermi permesso di leggere questa testimonianza (seppur demoralizzante).
Grazie a tutti. Il libro è tornato a casa proprio oggi: 31 maggio 2010 e le notizie dei giornali non sono certo migliori. L'ultimo attacco israeliano è insostenibile, la fobia scatena follia...