@ Ancora un giorno
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"Quando il reportage va oltre il giornalismo e diventa letteratura"
"Nel 1975, dopo una guerra di liberazione, l'Angola cessa di essere una colonia portoghese e conquista formalmente l'indipendenza...Intrappolato nell'assedio di Luanda, l'autore narra, spesso con umorismo, quello che succede in tempo di guerra in una "città chiusa", dalla quale tutti scappano come topi da una nave che affonda...Attento in primo luogo agli esseri umani, l'autore fa vivere con tratti affettuosi e vivaci le poche, umili e belle persone con cui ha stretto amicizia e con le quali ha condiviso i momenti di sconforto, privazione e paura...[tra i quali] Carlotta, una soldatessa giovane e e bella cui K. dedica un ritratto così commosso e delicato da farne un personaggio indimenticabile".
PARTECIPANO
Marnes
Mickey81
Jackfrusciante
Rosencrantz
Verdeacqua
Etna3300
Conteroccabruna
MartinaViola IL LIBRO E' QUI 02/12/09
...
Svampyforever
"Nel 1975, dopo una guerra di liberazione, l'Angola cessa di essere una colonia portoghese e conquista formalmente l'indipendenza...Intrappolato nell'assedio di Luanda, l'autore narra, spesso con umorismo, quello che succede in tempo di guerra in una "città chiusa", dalla quale tutti scappano come topi da una nave che affonda...Attento in primo luogo agli esseri umani, l'autore fa vivere con tratti affettuosi e vivaci le poche, umili e belle persone con cui ha stretto amicizia e con le quali ha condiviso i momenti di sconforto, privazione e paura...[tra i quali] Carlotta, una soldatessa giovane e e bella cui K. dedica un ritratto così commosso e delicato da farne un personaggio indimenticabile".
PARTECIPANO
Marnes
Mickey81
Jackfrusciante
Rosencrantz
Verdeacqua
Etna3300
Conteroccabruna
MartinaViola IL LIBRO E' QUI 02/12/09
...
Svampyforever
Eh...io non credo che avrei mai il coraggio di vivere e raccontare come ha fatto questo uomo. Splendido reportage che riporta con crudezza i fatti sanguinosi dell'Angola. Da un lato lo stile dell'autore, la sua assoluta mancanza di retorica, la sua capacità di analisi, la sua partecipazione umana coinvolgono profondamente, quasi come se commentassero fotografie; pare di vivere le scene con i propri occhi anche qui e ora, a decenni di distanza. E proprio la vera verità di K. impone di ricordare in che bagno di sangue e miseria si trascina il continente africano. Sembra tutto facile, seduti sul divano. Gli uomini e le donne che K. ha incontrato in questa missione sono vivi nel ricordo e aleggiano come fantasmi. Incredibile...dal 1975 a oggi le parole riportano all'attualità una delle tante tragedie mai sopite del pianeta Terra.
Kapuscinski ineguagliabile.
Spedisco domani a Marnes.
Buona lettura!
Kapuscinski ineguagliabile.
Spedisco domani a Marnes.
Buona lettura!
un reportage crudo e affascinante sulla liberazione dell'Angola.Indimenticabili i ritrati di Carlotta del comandante Farusco e degli altri.
partito sabato
partito sabato
Scusate ho dimenticato la j.e in entrata.
Il libro è già qui pronto per ripartire.
Come tutti i libri di Kapuscinski mi ha colpito molto, soprattutto per il coraggio dell'autore che rimane sempre fino all'ultimo nei luoghi che descrive anche in mezzo alle rivoluzioni più violente.
Purtroppo non riuscirò a far ripartire il ring prima della prima settimana di settembre perchè riparto per qualche giorno ma non vi preoccupate.. è in buone mani.
Il libro è già qui pronto per ripartire.
Come tutti i libri di Kapuscinski mi ha colpito molto, soprattutto per il coraggio dell'autore che rimane sempre fino all'ultimo nei luoghi che descrive anche in mezzo alle rivoluzioni più violente.
Purtroppo non riuscirò a far ripartire il ring prima della prima settimana di settembre perchè riparto per qualche giorno ma non vi preoccupate.. è in buone mani.
Journal Entry 6 by bernandosoares from Wood Green, Greater London United Kingdom on Monday, September 15, 2008
E' arrivato questa mattina..
Non vedo l'ora di leggerlo.. :D
Non vedo l'ora di leggerlo.. :D
Journal Entry 7 by bernandosoares from Wood Green, Greater London United Kingdom on Tuesday, October 21, 2008
Veramente stupendo! Uno dei migliori libri di Kapuscinski.. :D
Senza il bookcrossing non l'avrei mai scoperto e non avrei mai potuto apprezzare il coraggio di un uomo e della sua penna nelle zone più remote dell'Africa, nonostante "il volto di una guerra non sia comunicabile".
Sono rimasto estremamente colpito dalla storia di Carlotta.. e dai dispacci precisi, tali e quali a delle fotografie, che il giornalista polacco inviava alla sua redazione.
Spedisco domani a Rosencrantz.
Buona lettura a tutti!!
Senza il bookcrossing non l'avrei mai scoperto e non avrei mai potuto apprezzare il coraggio di un uomo e della sua penna nelle zone più remote dell'Africa, nonostante "il volto di una guerra non sia comunicabile".
Sono rimasto estremamente colpito dalla storia di Carlotta.. e dai dispacci precisi, tali e quali a delle fotografie, che il giornalista polacco inviava alla sua redazione.
Spedisco domani a Rosencrantz.
Buona lettura a tutti!!
Arrivato ieri.
Grazie, intanto.
Grazie, intanto.
Un reportage che è appassionante come un romanzo.
Mi è piaciuto molto il modo di rendere l'atmosfera soffocante di una città che è in attesa di qualcosa, della catastrofe indubbiamente, senza contare che, come al solito, Kapuscinski ha saputo raccontarmi e insegnarmi un sacco di cose ignorate e dimenticate. Impagabili i "siparietti" - passatemi il termine - dedicati alla telescrivente.
Grazie.
Mi è piaciuto molto il modo di rendere l'atmosfera soffocante di una città che è in attesa di qualcosa, della catastrofe indubbiamente, senza contare che, come al solito, Kapuscinski ha saputo raccontarmi e insegnarmi un sacco di cose ignorate e dimenticate. Impagabili i "siparietti" - passatemi il termine - dedicati alla telescrivente.
Grazie.
faccio la j.e. solo ora, scusatemi! ho iniziato a leggerlo e mi ha già presa, Kapuscinnski è sempre una certezza :-)
Arrivato stamattina
Partito stamattina verso Conteroccabruna. Non conoscevo Kapuscinski, a me è piaciuta tanto la descrizione della partenza con le masserizie incassate.
Arriato or ora...va in coda.
Per me è stata una scoperta. Mi è piaciuta in particolare pp.39-41 quando K. ricostruisce la formazione di questo improbabile esercito che si scontra per la liberazione dell'Angola, il senso di precarietà ma anche l'aria di tragedia ineluttabile che si respira sia nel clima umido della pioggia che in quello appiccicoso dell'afa... Insomma sono andata a comprarmi "Ebano", anche se isolachenoncè ne ha già fatto un ring!
arrivato ieri, va in coda a qualche ring.
La guerra è una realtà solo per chi sta conficcato tra le sue sporche, disgustose e sanguinolente interiora. Per gli altri è solo la pagina di un libro...
C'ho messo più di due settimane a leggere queste poche pagine: mi facevano soffrire, e non potevo leggere in treno sperando di nascondere le lacrime dietro agli occhiali da sole!
Mi va bene ridacchiare mentre leggo in pubblico, ma piangere proprio no.
Ma cos'altro avrei potuto fare?
A Luanda non ci sono più neanche i cani e la città di pietra si è trasferita in quella di legno e al fronte le sentinelle e i prigionieri discutono di sport come se fossero al bar. Poi c'è chi vuole disegnare, ma gli hanno detto che prima bisogna sparare e poi sarà il momento di andare a scuola, di imparare.
A mezzogiorno, però, tutto si ferma: fa troppo caldo per combattere.
La guerra non viene bene in paesi come l'Angola: territori sterminati privi di fonti d'acqua si aprono tra le grandi città e l'unico modo per evitare gli assalti del nemico, mentre si attraversano queste terre inospitali, è muoversi durante il giorno, quando l'aria è soffocante e il calore ti attanaglia nelle sue spire. Meglio sudare e soffrire la sete, piuttosto che restare uccisi col fresco.
Non sapevo neanche dove fosse esattamente l'Angola e, in poco più di cento pagine, ho scoperto il dramma di un paese martoriato dal colonialismo e dalla schiavitù che attende di essere dichiarato indipendente dal Portogallo. L'indipendenza è prevista per l'11 novembre 1975 e Kapuscinski è lì, giorni prima, per assistere e documentare quest'importante svolta politica. Lui è lì. Coraggioso e spaventato insieme. Lui che dovrebbe fuggire, se ne frega del colore della sua pelle e arriva al fronte. Rischia la vita e lo fa perchè crede che per raccontare qualcosa sia necessario averla vissuta in prima persona. Kapuscinski non è come gli altri. Lui non si accontenta di osservare. Kapuscinski vive e racconta.
Questo reportage, relativo ai giorni febbrili che anticiparono l'indipendenza angolana, è un collage fatto di aneddoti, stralci vari e telegrammi diretti a Varsavia; detta così, potrebbe sembrare un'opera raffazzonata, messa insieme con gli scampoli rimasti inutilizzati, ma non è così. Colpisce l'umanità che Rysiek (come si firma lui quando sente la nostalgia di casa) riesce a racchiudere in queste pagine, la sua abilità nel far emergere attimi di fragilità nel bel mezzo di una guerra. Come per Carlotta, la ragazza della foto in copertina, che non dimenticherò.
Vien voglia di abbracciarlo, Rysiek...
Grazie Devilkitty per questa lettura straordinaria e scusami per il ritardo.
Il libro riparte in settimana per tornare finalmente a casa.
C'ho messo più di due settimane a leggere queste poche pagine: mi facevano soffrire, e non potevo leggere in treno sperando di nascondere le lacrime dietro agli occhiali da sole!
Mi va bene ridacchiare mentre leggo in pubblico, ma piangere proprio no.
Ma cos'altro avrei potuto fare?
A Luanda non ci sono più neanche i cani e la città di pietra si è trasferita in quella di legno e al fronte le sentinelle e i prigionieri discutono di sport come se fossero al bar. Poi c'è chi vuole disegnare, ma gli hanno detto che prima bisogna sparare e poi sarà il momento di andare a scuola, di imparare.
A mezzogiorno, però, tutto si ferma: fa troppo caldo per combattere.
La guerra non viene bene in paesi come l'Angola: territori sterminati privi di fonti d'acqua si aprono tra le grandi città e l'unico modo per evitare gli assalti del nemico, mentre si attraversano queste terre inospitali, è muoversi durante il giorno, quando l'aria è soffocante e il calore ti attanaglia nelle sue spire. Meglio sudare e soffrire la sete, piuttosto che restare uccisi col fresco.
Non sapevo neanche dove fosse esattamente l'Angola e, in poco più di cento pagine, ho scoperto il dramma di un paese martoriato dal colonialismo e dalla schiavitù che attende di essere dichiarato indipendente dal Portogallo. L'indipendenza è prevista per l'11 novembre 1975 e Kapuscinski è lì, giorni prima, per assistere e documentare quest'importante svolta politica. Lui è lì. Coraggioso e spaventato insieme. Lui che dovrebbe fuggire, se ne frega del colore della sua pelle e arriva al fronte. Rischia la vita e lo fa perchè crede che per raccontare qualcosa sia necessario averla vissuta in prima persona. Kapuscinski non è come gli altri. Lui non si accontenta di osservare. Kapuscinski vive e racconta.
Questo reportage, relativo ai giorni febbrili che anticiparono l'indipendenza angolana, è un collage fatto di aneddoti, stralci vari e telegrammi diretti a Varsavia; detta così, potrebbe sembrare un'opera raffazzonata, messa insieme con gli scampoli rimasti inutilizzati, ma non è così. Colpisce l'umanità che Rysiek (come si firma lui quando sente la nostalgia di casa) riesce a racchiudere in queste pagine, la sua abilità nel far emergere attimi di fragilità nel bel mezzo di una guerra. Come per Carlotta, la ragazza della foto in copertina, che non dimenticherò.
Vien voglia di abbracciarlo, Rysiek...
Grazie Devilkitty per questa lettura straordinaria e scusami per il ritardo.
Il libro riparte in settimana per tornare finalmente a casa.
Il ring è tornato a casa. Ringrazio tutti i partecipanti per il piacere di questa condivisione.