@L'Arca di Nina
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Torino, 16 giugno 2000: Nina viene al mondo alla 26a settimana di gestazione. Pesa 700 grammi, ed è immediatamente ricoverata in Terapia Intensiva Neonatale. Dentro un’incubatrice – la sua «Arca» –, è tenuta in vita da un apparecchio di ventilazione che, attraverso un sondino inserito nel naso, le spinge aria nei polmoni; un catetere nell’ombelico la nutre e ha monitor, sonde, tubi e aghi dappertutto. Sua madre Anna, per oltre 70 giorni, le sta accanto, le parla, l’accarezza, mentre Nina supera un’emergenza dopo l’altra. Il 26 agosto 2000, finalmente, Anna e Nina possono andare a casa insieme: le condizioni della bambina si sono stabilizzate. Ma la loro battaglia per la vita non è ancora conclusa...
Dei tre reparti della Terapia Intensiva Neonatale – Intensiva, Semi-Intensiva e Minima – Nina era stata ricoverata in quello destinato ai prematuri più gravi. L’Intensiva, appunto… «Stai calma, Anna. Non poteva capitare in un posto migliore. È tutto organizzato, tutto perfetto». Tutto perfetto. Tutto perfetto.
Chissà perché, allora, appena l’ho vista non mi sono più sentita al sicuro. Mi sono avvicinata all’incubatrice di Nina e dentro di me è esploso un urlo. C’era un artiglio che mi graffiava; mi strappava via la carne. C’erano stupore, paura, incredulità, strazio, impotenza e senso di colpa, e non capisco come abbia potuto semplicemente mettermi a piangere, perché il dolore faceva tali e tante acrobazie che il solo pianto non bastava a esprimerle tutte.
Drammatico, intenso e lucidamente scandito da informazioni e dati, L’Arca di Nina è una storia di sopravvivenza. È la cronaca sincera, fino in fondo, di una furiosa battaglia per la vita: quella di una donna che era convinta di poter avere tutto – famiglia, lavoro, mille interessi... un’altra gravidanza serena –, e quella della sua secondogenita, nata troppo presto, con i polmoni, il cuore, il cervello formati soltanto a metà. Un testimonianza forte, una voce che ci cattura, e che talvolta ci fa anche sorridere, raccontandoci di un altro mondo, di persone, situazioni e luoghi pressoché sconosciuti. Un libro, una storia, una donna coraggiosa e la sua piccola guerriera che non potremo dimenticare facilmente.
corsari iscritti:
franciek (contatta) (firenze) (07-04-2008)
fte74 (contatta) (milano)
stardust10 (contatta) (Maslianico (CO))
cadiluna (contatta) (chiavari)
Dei tre reparti della Terapia Intensiva Neonatale – Intensiva, Semi-Intensiva e Minima – Nina era stata ricoverata in quello destinato ai prematuri più gravi. L’Intensiva, appunto… «Stai calma, Anna. Non poteva capitare in un posto migliore. È tutto organizzato, tutto perfetto». Tutto perfetto. Tutto perfetto.
Chissà perché, allora, appena l’ho vista non mi sono più sentita al sicuro. Mi sono avvicinata all’incubatrice di Nina e dentro di me è esploso un urlo. C’era un artiglio che mi graffiava; mi strappava via la carne. C’erano stupore, paura, incredulità, strazio, impotenza e senso di colpa, e non capisco come abbia potuto semplicemente mettermi a piangere, perché il dolore faceva tali e tante acrobazie che il solo pianto non bastava a esprimerle tutte.
Drammatico, intenso e lucidamente scandito da informazioni e dati, L’Arca di Nina è una storia di sopravvivenza. È la cronaca sincera, fino in fondo, di una furiosa battaglia per la vita: quella di una donna che era convinta di poter avere tutto – famiglia, lavoro, mille interessi... un’altra gravidanza serena –, e quella della sua secondogenita, nata troppo presto, con i polmoni, il cuore, il cervello formati soltanto a metà. Un testimonianza forte, una voce che ci cattura, e che talvolta ci fa anche sorridere, raccontandoci di un altro mondo, di persone, situazioni e luoghi pressoché sconosciuti. Un libro, una storia, una donna coraggiosa e la sua piccola guerriera che non potremo dimenticare facilmente.
corsari iscritti:
franciek (contatta) (firenze) (07-04-2008)
fte74 (contatta) (milano)
stardust10 (contatta) (Maslianico (CO))
cadiluna (contatta) (chiavari)
in partenza
Per fortuna, sul risvolto di copertina c'è una foto di Nina cresciuta, insieme alla sua mamma, e quindi ho potuto leggere la sua storia sempre con apprensione, ma con un minimo di speranza.
L'ho divorato, sono stata male insieme a lei!
Lo passo alla prossima.
L'ho divorato, sono stata male insieme a lei!
Lo passo alla prossima.
Molto bello.
Non ci sono altre parole per descriverlo.
L'autrice è riuscita a descrivere molto bene le sensazioni che può provare una donna in situazioni come quelle.
Non ci sono altre parole per descriverlo.
L'autrice è riuscita a descrivere molto bene le sensazioni che può provare una donna in situazioni come quelle.
Partito sabato verso stardust 10
Stamattina e' partito x tornare dal ringmaster.
La storia di Nina e dei suoi genitori e' veramente struggente ma e' bello sapere che a volte le storie così sono a lieto fine.. Spinta dall'amore, dall coraggio ma anche dalla rabbia e dalla paura, la mamma di anima ha lottato per la sua bimba e ce l'ha fatta!!
La storia di Nina e dei suoi genitori e' veramente struggente ma e' bello sapere che a volte le storie così sono a lieto fine.. Spinta dall'amore, dall coraggio ma anche dalla rabbia e dalla paura, la mamma di anima ha lottato per la sua bimba e ce l'ha fatta!!
il libro è arrivato a casa, spero sia piaciuto....