La campana di vetro
23 journalers for this copy...
Un libro che racconta la giovinezza di una giovane (la stessa Plath?) che lentamente cade nel baratro della malattia mentale, che sopporta angherie e soprusi fisici e mentali, i pensieri di una giovane donna che cerca il suo equilibrio senza mai davvero trovarlo.
PARTECIPANTI AL RAY:
-nuar
-chia snoopy78
-EmilyTheStrange
-syro
-mimonni
-CriCri
-Frine
-serenaC11
-mammaRoxy
-il-picchio
-virruzza
-magenta82
-kondor
-stanislao moulinsky
-mitica88
-lupurk
-liberliber
-Arcoiris
-oddlittlegirl
-klissa
-Grillo parlante
-tilly77
-fatamorgana67
-maddap
-Banshee
-amboise97
PARTECIPANTI AL RAY:
-nuar
-chia snoopy78
-EmilyTheStrange
-syro
-mimonni
-CriCri
-Frine
-serenaC11
-mammaRoxy
-il-picchio
-virruzza
-magenta82
-kondor
-stanislao moulinsky
-mitica88
-lupurk
-liberliber
-Arcoiris
-oddlittlegirl
-klissa
-Grillo parlante
-tilly77
-fatamorgana67
-maddap
-Banshee
-amboise97
Journal Entry 2 by afrodita at -- Controlled release in Torino, Piemonte Italy on Thursday, December 9, 2004
Released on Thursday, December 09, 2004 at about 11:00:00 AM BX time (GMT-06:00) Central Time (US & Canada) at via posta in Torino, Piemonte Italy.
RELEASE NOTES:
RELEASE NOTES:
SI SI è arrivato!!!
grazie afro
bacini napoletani
grazie afro
bacini napoletani
Cosa dire su questo romanzo?
Conoscevo di Silvia Plath soltanto le poesie. Poesie dissonanti, ironiche, di una donna fragile che scriveva di nascosto e con furia; canzoni disperate come poche, ma anche delicate.
“Se non ami me, ama quello che scrivo, e amami per quello che scrivo”
Il poeta americano Robert Lowell riteneva che il lettore prudente e abitudinario dovesse esitare di fronte a questa poetessa, “perché i versi di Sylvia Plath giocano alla roulette russa con sei pallottole nella pistola”.
Il libro è la storia di una giovane donna, in un momento cruciale della propria esistenza: sta per decidere del suo futuro. Lontana da casa, immersa in una nuova vita, subisce varie tentazioni che si risolvono tutte in maniera negativa, incidendo sul suo sensibile stato mentale. Inizia così la discesa nella schizofrenia, ma anche il duro cammino verso la resurrezione.
Esther si trova a dibattersi tra quelli che sono (da sempre) i nodi cruciali dell’educazione delle donne: il successo e l’affermazione personale, la desiderabilità sociale e l’importanza del matrimonio e dei valori familiari.
È tra questi due poli che si alternano i pensieri della giovane donna, che inutilmente cerca il suo equilibrio all’interno del conflitto tra aspirazioni personali e ruolo sociale.
È stato definito come la storia di una schizofrenica.
Io credo che la Plath volesse nella “La campana di vetro” testimoniare il bisogno di affermazione di ogni donna e la lacerazione provocata dall’impossibilità di conciliare l’essere per sé e l’essere per gli altri.
Conoscevo di Silvia Plath soltanto le poesie. Poesie dissonanti, ironiche, di una donna fragile che scriveva di nascosto e con furia; canzoni disperate come poche, ma anche delicate.
“Se non ami me, ama quello che scrivo, e amami per quello che scrivo”
Il poeta americano Robert Lowell riteneva che il lettore prudente e abitudinario dovesse esitare di fronte a questa poetessa, “perché i versi di Sylvia Plath giocano alla roulette russa con sei pallottole nella pistola”.
Il libro è la storia di una giovane donna, in un momento cruciale della propria esistenza: sta per decidere del suo futuro. Lontana da casa, immersa in una nuova vita, subisce varie tentazioni che si risolvono tutte in maniera negativa, incidendo sul suo sensibile stato mentale. Inizia così la discesa nella schizofrenia, ma anche il duro cammino verso la resurrezione.
Esther si trova a dibattersi tra quelli che sono (da sempre) i nodi cruciali dell’educazione delle donne: il successo e l’affermazione personale, la desiderabilità sociale e l’importanza del matrimonio e dei valori familiari.
È tra questi due poli che si alternano i pensieri della giovane donna, che inutilmente cerca il suo equilibrio all’interno del conflitto tra aspirazioni personali e ruolo sociale.
È stato definito come la storia di una schizofrenica.
Io credo che la Plath volesse nella “La campana di vetro” testimoniare il bisogno di affermazione di ogni donna e la lacerazione provocata dall’impossibilità di conciliare l’essere per sé e l’essere per gli altri.
Parte domani alla volta di chiasnoopy78
baci a tutti e grazie ancora ad Afrodita
baci a tutti e grazie ancora ad Afrodita
è partito oggi alla volta di emily, non ce l'ho fatta a finirlo anzi non sono riuscita ad andare oltre pag. 50 nonostante l'abbia tenuto per così tanto tempo.
ciao
ciao
Arrivato ieri mattina e lo sto già leggendo.Credo che lo finirò molto presto.
Arrivato ieri!
Una lettura intensa e appassionante.
Non conoscevo questa autrice, ora desidero saperne di più.
Grazie Afrodita per questo ring!
P.S. è ripartito sabato
Non conoscevo questa autrice, ora desidero saperne di più.
Grazie Afrodita per questo ring!
P.S. è ripartito sabato
l'ho letto velocissimamente. appena iniziato mi sono già trovata a pag 50*, ciò significa che è molto coinvolgente. raccontato in prima persona aiuta a capire gli stati d'animo della protagonista, certe situazioni vissute dall'interno, le sue illusioni e soprattutto le sue disillusioni. quello che vorrebbe essere e quello che gli altri si aspettano da lei. a chi di noi non è capitato questo divario tra l' intimo desiderio di seguire noi stessi e invece la pressante richiesta esterna di aderire a un modello? certo non a livelli di "malattia mentale" come purtroppo accade a esther ( a parte che una patologia tipo quella manifestatta da e. forse ai giorni nostri non verrebbe trattata così drasticamente, anzi me lo auguro )ma comunque tanto da metterci in un certo disagio almeno in alcuni periodi della vita.
difficile pensare che l'autrice non abbia messo molta della sua esperienza personale in questo romanzo, visto anche l'epilogo della sua esistenza.
grazie ad afrodita per questo ray!
ciao a tutti
* non mi ero accorta che il commento di chia snoopy è stato "...non sono arrivata oltre pagina 50!" =) tanto per sottolineare quale diverso esito possono avere i libri con diversi lettori!
ri-ciao!
eLe
ps. mi è venuta in mente un'altra cosa. qualche mese fa ho letto un libro con tema molto simile a questo, non tanto per la malattia, quanto per la figura femminile in rapporto alla società nel periodo dopoguerra. si tratta di "la ragazza di nome giulio" di milena milani. uscito nel 1964 e subito censurato costò all'autrice una multa e la condanna a sei mesi di reclusione. se vi capita, leggetelo, secondo me ne vale la pena.
difficile pensare che l'autrice non abbia messo molta della sua esperienza personale in questo romanzo, visto anche l'epilogo della sua esistenza.
grazie ad afrodita per questo ray!
ciao a tutti
* non mi ero accorta che il commento di chia snoopy è stato "...non sono arrivata oltre pagina 50!" =) tanto per sottolineare quale diverso esito possono avere i libri con diversi lettori!
ri-ciao!
eLe
ps. mi è venuta in mente un'altra cosa. qualche mese fa ho letto un libro con tema molto simile a questo, non tanto per la malattia, quanto per la figura femminile in rapporto alla società nel periodo dopoguerra. si tratta di "la ragazza di nome giulio" di milena milani. uscito nel 1964 e subito censurato costò all'autrice una multa e la condanna a sei mesi di reclusione. se vi capita, leggetelo, secondo me ne vale la pena.
Arrivato tramite posta da bookcrosser...giudto il tempo di terminare "La donna che scrisse la Bibbia" e poi mi ci dedico anima e core
Cosa dire?
Sono partita bene,ma devo dire che adesso che è terminato ho qc perplessità.
All'inizio mi ha dato l'idea di quelle commedie anni '50 americane alla Doris Day per intenderci in cui la piccola americana di provincia arriva fresca fresca dal college nella big apple e deve affrontare tutte le difficoltà e le sorprese della nuova vita...poi è iniziata la discesa nella malattia mentale e non ho proprio capito l'elemento scatenante: il ritorno a casa, la presenza della madre e la mancanza di speranza in un futuro diverso, la scoperta che Buddy Willard non era un principe azzurro? O forse solo la scoperta che era necessario impegnarsi, mettere del proprio, giocarsi di nuovo in prima persona, affrontare sconfitte e vittorie per vivere e che la borsa di studio, i risultati ottimi alle scuole precedenti non avevano nessuna influenza, non determinavano alcun punteggio o trattamento di favore?
E il lasciarsi scivolare la vita addosso così...
senza alcun fremito...
E la cosa più terribile è che contemporaneamente alla lettura anche io mi sono lasciata trascinare nell'immobilità e incapacità di reagire... ho quasi il terrore che il mostro (ovvero la depressione) sia tornata e ci ho messo talmente tanto a tenerla sotto controllo e a rinchiuderla...insomma le ultime pagg sono state proprio un supplizio
Sono partita bene,ma devo dire che adesso che è terminato ho qc perplessità.
All'inizio mi ha dato l'idea di quelle commedie anni '50 americane alla Doris Day per intenderci in cui la piccola americana di provincia arriva fresca fresca dal college nella big apple e deve affrontare tutte le difficoltà e le sorprese della nuova vita...poi è iniziata la discesa nella malattia mentale e non ho proprio capito l'elemento scatenante: il ritorno a casa, la presenza della madre e la mancanza di speranza in un futuro diverso, la scoperta che Buddy Willard non era un principe azzurro? O forse solo la scoperta che era necessario impegnarsi, mettere del proprio, giocarsi di nuovo in prima persona, affrontare sconfitte e vittorie per vivere e che la borsa di studio, i risultati ottimi alle scuole precedenti non avevano nessuna influenza, non determinavano alcun punteggio o trattamento di favore?
E il lasciarsi scivolare la vita addosso così...
senza alcun fremito...
E la cosa più terribile è che contemporaneamente alla lettura anche io mi sono lasciata trascinare nell'immobilità e incapacità di reagire... ho quasi il terrore che il mostro (ovvero la depressione) sia tornata e ci ho messo talmente tanto a tenerla sotto controllo e a rinchiuderla...insomma le ultime pagg sono state proprio un supplizio
Arrivato oggi dopo un lungo periodo di astinenza da ring (scommettiamo che adesso me ne arriva un' altra valanga tutti insieme? ;-) )
mi metto subito in lettura!
mi metto subito in lettura!
innanzitutto n° 1: ho divorato il libro in pochi giorni, ma lo spedisco in ritardo ché qui "we're living strange days", come diceva il buon Battiato (più che strange, impegnati e basta), quindi mi scuso con chi sta aspettando.
innazitutto n° 2: levatemi una curiosità: lo sgraffio a pag. 23 sopra alla frase ""non so spiegarmene la ragione, ma amo il cibo più di qualunque altra cosa al mondo, tuttavia per quanto mangi, non metto su mai un grammo di ciccia" ecc. è stato fatto da qualche altra donzella sfortunata come me che mangia una caramella e ingrassa un chilo? ;-)
Va beh, dai, adesso posso fare la persona seria..
Un libro molto bello, anche se doloroso e difficile: come ha detto mimonni, capita a tutti di sentirsi, certe volte, inutili e inadeguati, di provare (facendo le dovute proporzioni) le stesse sensazioni di Esther: un pomeriggio di canicola, niente che si muove di fuori, nessun rumore e tu che ti chiedi "che fare di me stessa?", oppure al contrario un sacco di gente e di parole intorno, musica, confusione, ma ancora la stessa domanda "che ci faccio qui? cosa importa per me tutto questo?"
E' ovvio che poi ognuno ha le proprie reazioni, più o meno forti, e se normalmente noi riusciamo a farci forza e a tirare avanti, per qualcuno si forma la campana di vetro, da cui sembra di osservare un mondo a cui non si appartiene.
Ho trovato molto bello il fatto che Esther, in un certo senso, non guarisca, ma perlomeno sorpassi il momento più critico della sua malattia senza quasi rendersene conto: non ci sono segnali o escamotage che, ad un certo punto, la fanno tornare una persona sana e "a posto": Esther ha ancora tanti problemi, forse, semplicemente impara a conviverci, impara a sollevare la campana di vetro quel tanto che basta per andare avanti con equilibrio.
(almeno per un po', se pensiamo alla storia vera di Sylvia Plath..)
Molto belle anche le poesie incluse in coda.. dovrò recuperarle!
In partenza verso SerenaC11
innazitutto n° 2: levatemi una curiosità: lo sgraffio a pag. 23 sopra alla frase ""non so spiegarmene la ragione, ma amo il cibo più di qualunque altra cosa al mondo, tuttavia per quanto mangi, non metto su mai un grammo di ciccia" ecc. è stato fatto da qualche altra donzella sfortunata come me che mangia una caramella e ingrassa un chilo? ;-)
Va beh, dai, adesso posso fare la persona seria..
Un libro molto bello, anche se doloroso e difficile: come ha detto mimonni, capita a tutti di sentirsi, certe volte, inutili e inadeguati, di provare (facendo le dovute proporzioni) le stesse sensazioni di Esther: un pomeriggio di canicola, niente che si muove di fuori, nessun rumore e tu che ti chiedi "che fare di me stessa?", oppure al contrario un sacco di gente e di parole intorno, musica, confusione, ma ancora la stessa domanda "che ci faccio qui? cosa importa per me tutto questo?"
E' ovvio che poi ognuno ha le proprie reazioni, più o meno forti, e se normalmente noi riusciamo a farci forza e a tirare avanti, per qualcuno si forma la campana di vetro, da cui sembra di osservare un mondo a cui non si appartiene.
Ho trovato molto bello il fatto che Esther, in un certo senso, non guarisca, ma perlomeno sorpassi il momento più critico della sua malattia senza quasi rendersene conto: non ci sono segnali o escamotage che, ad un certo punto, la fanno tornare una persona sana e "a posto": Esther ha ancora tanti problemi, forse, semplicemente impara a conviverci, impara a sollevare la campana di vetro quel tanto che basta per andare avanti con equilibrio.
(almeno per un po', se pensiamo alla storia vera di Sylvia Plath..)
Molto belle anche le poesie incluse in coda.. dovrò recuperarle!
In partenza verso SerenaC11
Journal Entry 17 by serenaC11 from San Daniele del Friuli, Friuli Venezia Giulia Italy on Sunday, July 10, 2005
E' arrivato martedì! Proprio l'ultimo giorno prima che partissi per le vacanze, che fortuna!
Ho tardato qualche giorno a fare al je perchè l'atmosfera vacanziera mi rende allergica ai computer... ma non alla lettura :O)))
A presto!
Ho tardato qualche giorno a fare al je perchè l'atmosfera vacanziera mi rende allergica ai computer... ma non alla lettura :O)))
A presto!
Journal Entry 18 by serenaC11 from San Daniele del Friuli, Friuli Venezia Giulia Italy on Wednesday, August 10, 2005
Scusate, il libro e' ripartito da una settimana circa, ma avevo dimenticato la je. Ci ho messo piu' di quanto pensassi a leggere questo romanzo, in certe parti mi pesava proprio andare avanti, anche se il libro in se' mi e' piaciuto molto. Facevo fatica a leggere perche' in Esther rivedevo me stessa qualche anno fa, diciamo piu' o meno attorno all'eta' della protagonista. I momenti in cui scivoli giu', nell'apatia, nella depressione, in cui non fai niente, non hai voglia di fare niente, ti fai male da sola e lo sai, non reagisci e ti lasci vivere. Ricordo un'estate in cui mi sentivo così inutile, ma così inutile, che un giorno non mi sono neppure alzata dal letto. E non è che le cose andassero così male, in effetti, ero all'università e avevo finito gli esami di quell'anno. Ma non deve mica esserci un motivo, per stare male. Poi impari a conoscerti e sai come affrontare i momenti no.
Per fortuna, come diceva Mimonni, ora la depressione viene trattata come depressione e non come malattia mentale. Mi ha fatto paura la parte sull'elettroshock, le case di cura, gli ospedali. In fondo non sembra che sia nulla di tutto questo a far "guarire" Esther, forse è solo che un giorno tocchi il fondo, e come in piscina ti dai inavvertitamente una spinta e torni su. Così, semplicemente.
Per fortuna, come diceva Mimonni, ora la depressione viene trattata come depressione e non come malattia mentale. Mi ha fatto paura la parte sull'elettroshock, le case di cura, gli ospedali. In fondo non sembra che sia nulla di tutto questo a far "guarire" Esther, forse è solo che un giorno tocchi il fondo, e come in piscina ti dai inavvertitamente una spinta e torni su. Così, semplicemente.
chiedo sinceramente perdono a tutti per il ritardo nella j.e.
il libro è qui da un po' ed è pronto per essere letto!
il libro è qui da un po' ed è pronto per essere letto!
bello davvero! credo che molti possano riconoscersi in questa storia, non solo chi ha passato periodi così cupi: è davvero la vita di tutti, con difficoltà, dubbi e smarrimenti che nascono in ogni persona. mi ha colpito molto lo stile della scrittura, che mi aspettavo più "poetica" e ricercata, mentre la plath ha usato un linguaggio molto semplice e diretto. una scrittura non emotiva, secondo me, distante, come raccontasse attraverso un velo, ma intima e sincera. splendido! grazie per questa occasione!
spedito oggi a Virruzza
spedito oggi a Virruzza
il libro è qui con me!
purtroppo il libro non mi è piaciuto,
ci ho provato varie volte, ma alla fine ho smesso di leggerlo prima di arrivare alla metà...
il ring riparte domani verso magenta82
ci ho provato varie volte, ma alla fine ho smesso di leggerlo prima di arrivare alla metà...
il ring riparte domani verso magenta82
"Frustrata? Sì. Perché non posso essere Dio - o la donna-uomo universale - o una qualsiasi cosa che conti", perché "quando il proprio paradiso e il proprio inferno sono ridotti in pochi pezzi di carta ben dattiloscritta e i redattori sono così cortesi da rifiutarli si tende per magia a identificare i redattori con i ministri di Dio. Non c'è scampo".
Diari - Sylvia Plath
Un'immensa figura della letteratura, anche in questo libro non mi ha delusa, cupo, opaco, meravigliosamente triste.
Parte tra qualche giorno, grazie!
Diari - Sylvia Plath
Un'immensa figura della letteratura, anche in questo libro non mi ha delusa, cupo, opaco, meravigliosamente triste.
Parte tra qualche giorno, grazie!
Il libro è a casa, io in montagna.
Lo vedrò tra una settimana, intanto è affidato alle amorevoli cure di stellina90.
Dany
Lo vedrò tra una settimana, intanto è affidato alle amorevoli cure di stellina90.
Dany
Finito!
Devo dire che è stato... strano!
Innanzitutto devo dire che l'ho letto abbastanza in fretta, nonostante alcuni passaggi, soprattutto tra la parte che parla del manicomio, mi sembrassero "pesanti" e mi invogliassero ad abbandonarne la lettura...
Mi è abbastanza piaviuta la prima parte, quella in cui Esther vive a New York: mi ha dato le stesse sensazioni del vedere un film vecchio, e forse il fatto che questa edizione fosse sampata negli anni Sessanta ha accentuato questa impressione.
Però è molto negativo! Non mi stupisce che l'autrice, dopo aver scritto un libro del genere si sia suicidata...
Venerdì vedo lupurk e le passo il libro.
Buona lettura a tutti!!
Dany
Devo dire che è stato... strano!
Innanzitutto devo dire che l'ho letto abbastanza in fretta, nonostante alcuni passaggi, soprattutto tra la parte che parla del manicomio, mi sembrassero "pesanti" e mi invogliassero ad abbandonarne la lettura...
Mi è abbastanza piaviuta la prima parte, quella in cui Esther vive a New York: mi ha dato le stesse sensazioni del vedere un film vecchio, e forse il fatto che questa edizione fosse sampata negli anni Sessanta ha accentuato questa impressione.
Però è molto negativo! Non mi stupisce che l'autrice, dopo aver scritto un libro del genere si sia suicidata...
Venerdì vedo lupurk e le passo il libro.
Buona lettura a tutti!!
Dany
ricevuto stasera da mitica, va in coda a un paio di ring
anche il mio è un parere un po' perplesso. l'ho letto con facilità, in pochi giorni, però non mi ha coinvolto totalmente. in alcuni tratti era appassionante, poetico, riuscivo a entrare nella storia e a lasciarmi trascinare, in altri mi sembrava un po' senza senso, sconclusionato, perdevo passaggi da una riflessione ad un'altra e mi ritrovavo un po' spaesata. Peccato anche per i molti errori di stampa e per la traduzione, forse un po' "datata"...alcuni termini non li conosco proprio ^^
grazie comunque per avermi dato la possibilità di leggere questo libro. passerà a liber appena la vedo
grazie comunque per avermi dato la possibilità di leggere questo libro. passerà a liber appena la vedo
Finalmente ho tra le mani questo romanzo! Desideravo da tantissimo leggerlo :)
Grazie!
Grazie!
Che dire? L'ho adorato. Non me ne vorrei separare. Mi sa che acquisterò presto una mia copia.
Amo Sylvia Plath da sempre e leggerla in questa veste romanziera non m'ha deluso assolutamente.
Nell'eccitamento, ho trovato e guardato 'Sylvia' il film sulla sua vita. Se qualcuno fosse interessato, mi faccia sapere (è in Inglese però).
Grazie ancora!
Amo Sylvia Plath da sempre e leggerla in questa veste romanziera non m'ha deluso assolutamente.
Nell'eccitamento, ho trovato e guardato 'Sylvia' il film sulla sua vita. Se qualcuno fosse interessato, mi faccia sapere (è in Inglese però).
Grazie ancora!
arrivato sabato...grazie!!
Arrivato, sono davvero ansiosa di leggerlo, mi ispira tantissimo!!
Dolorosamente bellissimo e intenso e vero... mi ha colpito profondamente descrivendo sentimenti che per tanto tempo sono stati anche miei, e quella maledetta campana di vetro da cui è così difficile uscire...
non so farne una recensione, dico solo che ne comprerò una mia copia al più presto, magari in originale per gustarmelo al meglio, ora amo la figura di Sylvia Plath ancora di più e mi spiace che venga sempre ricordata come icona femminista, lo trovo riduttivo...
anch'io ho visto il film "Sylvia" qualche mese fa e l'ho apprezzato tanto...
grazie per questo ring così carico di emozioni...
non so farne una recensione, dico solo che ne comprerò una mia copia al più presto, magari in originale per gustarmelo al meglio, ora amo la figura di Sylvia Plath ancora di più e mi spiace che venga sempre ricordata come icona femminista, lo trovo riduttivo...
anch'io ho visto il film "Sylvia" qualche mese fa e l'ho apprezzato tanto...
grazie per questo ring così carico di emozioni...
Arrivato. Ho altri ring da terminare ma lo leggerò al più presto: mi attira moltissimo
"Per le radici dei capelli un dio
mi afferrò: sfrigolai ai suoi voltazzurri
come un profeta del deserto. Fuori
di vista mi fuggirono le notti
in un baleno: un mondo fu di giorni
eguali e bianchi in un buco senz'ombra.
A quest'albero m'impiccò un adunco
fastidio. Egli farebbe quel ch'io feci
se fosse in me"
Silvia Plath: "L'impiccato" (ispirata all'esperienza dell'elettroshock)
Un libro splendido, intelligente e disperato. Parole intense e dolorose che mostrano chiaramente come la malattia mentale non sia un afflizione del corpo, ma dell'anima. E' il disagio sottile ma insinuante che proviene dalla vita quotidiana, dai gesti ordinari che a volte, senza che ci sia necessariamente un evidente fattore scatenante, soffoca le risorse del cuore e riduce l'animo al silenzio. Per fortuna le risorse che spingono a risalire dall'abisso sono altrettanto forti, come se solo dopo aver toccato il fondo sia possibile rinascere. Ma questo sarebbe davvero un mondo migliore se al posto di terapie invasive e ambienti sterili e asettici ci fossero l'amore, la solidarietà e la comprensione.
Riparte oggi vero Maddap
mi afferrò: sfrigolai ai suoi voltazzurri
come un profeta del deserto. Fuori
di vista mi fuggirono le notti
in un baleno: un mondo fu di giorni
eguali e bianchi in un buco senz'ombra.
A quest'albero m'impiccò un adunco
fastidio. Egli farebbe quel ch'io feci
se fosse in me"
Silvia Plath: "L'impiccato" (ispirata all'esperienza dell'elettroshock)
Un libro splendido, intelligente e disperato. Parole intense e dolorose che mostrano chiaramente come la malattia mentale non sia un afflizione del corpo, ma dell'anima. E' il disagio sottile ma insinuante che proviene dalla vita quotidiana, dai gesti ordinari che a volte, senza che ci sia necessariamente un evidente fattore scatenante, soffoca le risorse del cuore e riduce l'animo al silenzio. Per fortuna le risorse che spingono a risalire dall'abisso sono altrettanto forti, come se solo dopo aver toccato il fondo sia possibile rinascere. Ma questo sarebbe davvero un mondo migliore se al posto di terapie invasive e ambienti sterili e asettici ci fossero l'amore, la solidarietà e la comprensione.
Riparte oggi vero Maddap
Trovato ieri a casa di ritorno dalle vacanze, inizio a leggerlo subito.
Dalla prima pagina questo libro mi ha messo a disagio, la parola che mi veniva in mente scorrendo le pagine era "inadeguatezza". Esther sembra
inadeguata alla vita: non ha gli strumenti per capire come relazionarsi con gli altri, cosa loro vogliono da lei. O forse ha capito perfettamente cosa dovrebbe fare, e il suo e' un rifiuto di un modo di vivere che le sembra assurdo: imparare la stenografia, finire ilcollege, fare la brava mogliettina di Buddy, avere dei bambini...Come fuggire? Nelle ultime pagine una speranza, il cuore di Esther che battee dice "io sono, io sono, io sono". Sylvia, purtroppo, non ce l'ha fatta. Parte in settimana per Banshee.
inadeguata alla vita: non ha gli strumenti per capire come relazionarsi con gli altri, cosa loro vogliono da lei. O forse ha capito perfettamente cosa dovrebbe fare, e il suo e' un rifiuto di un modo di vivere che le sembra assurdo: imparare la stenografia, finire ilcollege, fare la brava mogliettina di Buddy, avere dei bambini...Come fuggire? Nelle ultime pagine una speranza, il cuore di Esther che battee dice "io sono, io sono, io sono". Sylvia, purtroppo, non ce l'ha fatta. Parte in settimana per Banshee.
Arrivato!
Conosco poco Sylvia Plath, ma dai commenti precedenti mi aspetto qualcosa di molto intenso e coinvolgente (sul genere di Sibilla Aleramo, Alda Merini, Christa Wolf).
Conosco poco Sylvia Plath, ma dai commenti precedenti mi aspetto qualcosa di molto intenso e coinvolgente (sul genere di Sibilla Aleramo, Alda Merini, Christa Wolf).
Davvero molto intenso, ancora di più se si pensa a quanto c'è di autobiografico.
Penso che leggerò altre poesie, soprattutto nell'originale che mi sembra molto sintetico, diretto, essenziale.
"
The blood jet is poetry,
There is no stopping it.
"
Penso che leggerò altre poesie, soprattutto nell'originale che mi sembra molto sintetico, diretto, essenziale.
"
The blood jet is poetry,
There is no stopping it.
"
Arrivato oggi.
Journal Entry 41 by amboise97 at -- via posta o passaggio a mano --, Liguria Italy on Monday, October 18, 2010
Spedito a Wiccio.
Arrivato a Rimini il 21/10/10.
Spedito a Cloe89 l'11/11/10.
La lista nel primo post non è aggiornata, questi sono i nuovi nominativi aggiuntisi al ring:
amboise97
Wiccio
Cloe89
nevesottile
La lista nel primo post non è aggiornata, questi sono i nuovi nominativi aggiuntisi al ring:
amboise97
Wiccio
Cloe89
nevesottile
La campana di vetro è l'unico romanzo della Plath. Non ho mai letto le sue poesie, così diciamo che per la prima volta mi sono accostata a questa autrice, che pur tante volte ho trovato citata in altri libri.
http://2.bp.blogspot.com/_DPohqPjH-eo/S4K-ixG-cmI/AAAAAAAACe0/sZAI3u_Ge30/s320/Campana+di+vetro+Low.jpg
La campana di vetro è quella in cui vive Esther, alter ego della scrittrice (le due hanno avuto una vita molto simile, la Plath è anche morta suicida), in cui non riesce a respirare, si sente oppressa e depressa. Non sa cosa vuole, né perché. La sua malattia mentale - o forse solo una grave depressione - comincia all'improvviso, fino ad arrivare al tentato suicidio. La madre sembra non curarsene molto, Esther non ha un ragazzo degno di questo nome né vere amiche, è praticamente sola nella sua campana, e l'unico modo per uscirne è la morte.
E' un romanzo scritto davvero molto bene, che ti cattura sin dalle primissime pagine. Impossibile annoiarsi. Il finale è aperto, ma io non credo che l'autrice volesse far intendere un risvolto positivo della vita di Esther: probabilmente, anche se fuori dalla clinica, la campana non l'avrebbe mai abbandonata....
http://2.bp.blogspot.com/_DPohqPjH-eo/S4K-ixG-cmI/AAAAAAAACe0/sZAI3u_Ge30/s320/Campana+di+vetro+Low.jpg
La campana di vetro è quella in cui vive Esther, alter ego della scrittrice (le due hanno avuto una vita molto simile, la Plath è anche morta suicida), in cui non riesce a respirare, si sente oppressa e depressa. Non sa cosa vuole, né perché. La sua malattia mentale - o forse solo una grave depressione - comincia all'improvviso, fino ad arrivare al tentato suicidio. La madre sembra non curarsene molto, Esther non ha un ragazzo degno di questo nome né vere amiche, è praticamente sola nella sua campana, e l'unico modo per uscirne è la morte.
E' un romanzo scritto davvero molto bene, che ti cattura sin dalle primissime pagine. Impossibile annoiarsi. Il finale è aperto, ma io non credo che l'autrice volesse far intendere un risvolto positivo della vita di Esther: probabilmente, anche se fuori dalla clinica, la campana non l'avrebbe mai abbandonata....