La casa degli spiriti

by Isabel Allende | Literature & Fiction |
ISBN: Global Overview for this book
Registered by Towandaaa of Peccioli, Toscana Italy on 5/3/2018
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Journal Entry 1 by Towandaaa from Peccioli, Toscana Italy on Thursday, May 3, 2018
Un romanzo ricco di emozioni e di passioni che rimarrà a lungo nella mia memoria.
Una lettura che annovera tra i suoi punti di forza una prosa spesso veramente poetica. A questo proposito ci sono immagini ed espressioni che credo non dimenticherò tanto facilmente: per esempio la neve che fa morire di freddo i poveri nelle borgate e i roseti nei giardini dei ricchi; il padre che preferisce per il figlio la sorte incerta del fuggiasco piuttosto che un destino consistente nel seminare patate e raccogliere povertà; “morire è come nascere: solo un cambiamento”; Alba che, guardandosi allo specchio “convenne infine che lei era la più bella dell’universo, perché aveva potuto vedersi con gli occhi con cui la vedeva Miguel”; il bastone d’argento di Esteban da brandire come “argomento contundente” in mancanza di altre ragioni da far valere.
Da questa prosa così bella e scorrevole scaturisce naturalmente la straordinaria capacità della scrittrice di dipingere personaggi talvolta stravaganti, eccentrici, altre volte violenti, accecati dall’odio, ma sempre profondamente umani nelle loro passioni, che non possono assolutamente lasciare indifferenti, nel bene o nel male, perché sono così reali che assumono concretezza davanti agli occhi, pur non cadendo mai nella trappola dello stereotipo, perché nel loro agire e interagire con le vicende che vivono si mostrano, umanamente, mutevoli e imprevedibili.
In primo piano: la storia di più generazioni di una stessa famiglia; in secondo piano: la storia tormentata di quasi un secolo di un intero paese. La prima simbolo della seconda, tra alterne fortune, vicende crude e violente, cambi di fronte, alternarsi di poteri, che catturano l’attenzione del lettore rendendolo partecipe dall’inizio alla fine. La ricchezza della trama, in effetti, sarebbe già stata da sola sufficiente a fare di questo libro un romanzo che certo non annoia; ma la Allende ha voluto aggiungere a ciò altri elementi che indubbiamente legano il lettore alle pagine. La tecnica mista del racconto oggettivo alternato al racconto in prima persona (che assume toni naturalmente più intimi) da parte del protagonista maschile che passa il testimone alla nipote sul finire del romanzo,e, soprattutto, le numerose anticipazioni disseminate qua e là, sotto forma di accenni circa il ruolo che alcuni personaggi avrebbero avuto nella storia in momenti successivi.
Al centro delle numerose vicende narrate, una serie di personaggi principali: Esteban Trueba, l’unico presente nella storia dall’inizio alla fine, lungo un percorso che ne trasforma sensibilmente carattere e convinzioni (da collerico conservatore battagliero e aggressivo a fragile, disilluso e malinconico novantenne bisognoso di affetto), i suoi figli, entrambi così diversi da lui, gli uomini amati dalla figlia e dalla nipote. Ma su tutti spiccano le quattro donne i cui nomi (Nivea, Clara, Blanca, Alba) così evocativi di atmosfere tranquille, luminose, rasserenanti, non lasciano certo presagire quanto accadrà loro, quanto le loro passioni le porteranno a vivere e a soffrire, nel corpo e nell’anima. Tra doti che si estrinsecano nella chiaroveggenza e nella facoltà di comunicare con gli spiriti (quindi piuttosto evanescenti e, se si vuole, irrazionali), ma anche nell’essere forti di fronte alle avversità e di aiuto per chi è più sfortunato di loro (quindi concrete e coraggiose) ne escono ritratti a tutto tondo fatti di passione e generosità, complessi ma mai artificiali. Non meno importanti, anche se personaggi di secondario rilievo, tutte le altre donne che si avvicendano nella storia, a volte tornando e svolgendo ruoli risolutivi nella vicenda (come Transito Soto ed Amanda) altre permanendo anche dopo la morte nel ricordo dei posteri o comunque sotto forma di “presenza” spirituale (come Ferula) in questo che è, secondo me, prima di tutto e soprattutto, un romanzo di donne. Non mi è sembrato dunque affatto strano che una delle più belle pagine, a mio giudizio, sia quella dedicata nel finale ad una donna senza nome, colei che soccorre Alba appena rilasciata: “una di quelle donne stoiche e pratiche del nostro paese….donne che sono il pilastro centrale di molte vite estranee….Le dissi che aveva corso un bel rischio ad aiutarmi e lei sorrise”. Tramite questa donna, la Allende esprime uno dei messaggi più importanti di tutto il romanzo, ed il suo essere anonima tra i più miseri ne fa ai miei occhi un’emblema di portata ancor più generale: “Allora capii che il colonnello Garcia e altri come lui hanno i giorni contati, perché non hanno potuto distruggere lo spirito di quelle donne”. Ed Alba, forse quella che più ha subito e sofferto la crudeltà immotivata, gratuita e feroce degli eventi, è il personaggio a cui la scrittrice affida l’altro messaggio importante del romanzo, proprio nelle ultime pagine: non la vendetta, non il consumarsi nell’odio saranno il suo futuro, ma la conservazione e la trasmissione della memoria di quanto accaduto, per vincerne l’orrore e per proteggere la storia dall’oblio (quando nascondere, tacere, fingere di ignorare è molto più facile e comodo).

Journal Entry 2 by Towandaaa at Pista ciclabile - Loc. La fila in Peccioli, Toscana Italy on Friday, June 1, 2018

Released 5 yrs ago (6/1/2018 UTC) at Pista ciclabile - Loc. La fila in Peccioli, Toscana Italy

WILD RELEASE NOTES:

Su una delle panchine lungo la pista ciclabile.

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