La civiltà della fame

Registered by hardrain of Genova, Liguria Italy on 12/6/2017
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Journal Entry 1 by hardrain from Genova, Liguria Italy on Wednesday, December 6, 2017
'Come potremmo aiutare un paese povero se non fossimo ricchi?' si domanda un funzionario dell'Alto Commissariato Britannico del Kenya nel recente libro 'Il giardiniere tenace' di Le Carré. Una parte degli atteggiamenti assunti dal 'nostro mondo', sviluppato, ricco e in grado di imporsi, può essere riassunto in questa frase. Solo una parte, però. Non tutti concordano su quel povero e nemmeno su quell'aiutare che implica un movimento verticale, dall'alto verso il basso, di denaro e di tecnologie. Il 'pensiero unico' continua a relegare le popolazioni che vivono e fanno vivere i territori rurali in una totale subalternità economica e culturale, privandole dell'autonomia e degli strumenti culturali e materiali necessari per produrre alimenti, 'prodotti' assolutamente speciali che si realizzano principalmente come risultato dell'interazione tra l'uomo e la natura. Questo libro si propone di fornire non risposte, ma materiali alla curiosità, alla buona volontà, al disagio, e all'impegno delle persone, parole focalizzate su quella linea di spaccatura oltre la quale esistono, probabilmente, nuovi significati che parlano di reciprocità e non di assistenza, per il lavoro comune sul domani della terra. Tema di questo libro è anche il cammino di quanti tra dubbi e certezze, ragioni e passioni - tra hardware e software della produzione mondiale di risorse alimentari che sono anche dignità, diritti - animeranno nei giorni dall'8 al 13 giugno il controvertice in occasione dell'evento romano. Il libro cerca di superare il solco tra propositi e fatti, tra sviluppo e sottosviluppo, tra le teorie scientifiche ed economiche, il loro farsi carne e sangue dei consumatori occidentali come dei contadini del sud del mondo, dei 'privilegiati' come degli sconfitti del grande gioco della globalizzazione.

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