Avanti Pop – i diari del camioncino

by a cura di Timisoara Pinto | Other | This book has not been rated.
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Registered by NoArte of San Sperate, Sardegna Italy on 10/25/2014
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Journal Entry 1 by NoArte from San Sperate, Sardegna Italy on Saturday, October 25, 2014
Bisogna davvero essere delle grandissime teste di legno per interessarsi agli operai , oggi. Non fanno notizia, oppure si: solo quando muoiono precipitando da un'impalcatura, o avvolti dalle fiamme, o avvelenati dai gas in una cisterna, o schiacciati da una gru, o perforati da un pezzo di metalli. Fanno record, però : il record europeo dei morti sul lavoro è dell'Italia. Se muoiono in tanti , come alla Thyssen di Torino, vanno in prima pagina. Se muoiono uno alla volta , titolo a una o due colonne e avanti il prossimo. Non fanno notizia (una tragica fatalità) . Non sono glamour (in compenso sappiamo tutto dei vip) . Non hanno cartelli su cui c'è scritto “Vogliamo tutto”. Una volta si. Ma ora qualcosa vorrebbero: la dignità e la sicurezza di un lavoro, un salario giusto. Il progresso ha cambiato le carte in tavola e le parole in bocca. Si definiscono “esuberanti” quelli da tagliare, manco fossero degli allegroni alticci. Si definisce “delocalizzazione” la chiusura di una fabbrica che va bene, non ha bilanci in rosso, ma se la riapre in Romania o in Ucraina i profitti saranno maggiori , perché le paghe da fare (appunto= le accetta solo chi ha fame. E non sono certo i poveri a mancare, in quest'avvio di terzo millennio.
“che fino han fatto gli operai?” cantava Gianfranco Manfredi in un disco del '93. Vado a memoria: “Che fine han fatto gli operai? Si diventa ricchi grazie a loro. Erano forza produttiva. Adesso sono il costo del lavoro”. Ci risiamo con le parole che cambiano, e bisogna stare molto attenti quando cambiamo le parole perché poi un po' alla volta cambiano la vita.
Ma le teste di legno sono dure per definizione. Non perdono le abitudini, come quella di esibirsi su un camionciono Fiata '56. O come quella di ascoltare gli altri, mescolando concerti davanti a cancelli ancora aperti (a Colleferro, a Melfi, a Terni) e chiusi (la cartiera di isola Liri), a cave abbandonate (Borgo Tossignano, Allimiere). Dall'ecomostro di Punta Perotti a un luogo dal nome bellissimo (Borgo Livertò), vicino Cerignola, ma quanto cambiato) passando a per le grandi coltivazioni di pomodoro dove ancora c'è il calore e guai ai raccoglitori che sgarrano o protestano. Quando Andrea Satta mi ha spiegato per sommi capi il progetto di Avanti pop ho pensato che, in modi diversi, anche il giro d'Italia delle teste di legno era una ricerca sul campo, come quella di Diego Carpitella, Alan Lomax, Ernesto de Martino negli anni '50 e più in là di Gianni Bosio, Roberto Leyidi, i Dischi del Sole, Il nuovo canzoniere italiano. Era la voglia di contatto con le canzoni e le storie di un'Italia “altra”, che non passa per la radio, che non va in TV, che continua ad esistere /resistere , che è (dovrebbe essere radice comune, testimonianza condivisa. Del progetto , poi felicemente realizzato, mi piaceva l'idea dell'interscambio di musiche, parole ricordi, storie, vissute, tristi o allegre che fossero. Della partecipazione attiva del pubblico. Del raccontare e farsi raccontare. Sul camioncino rosso sono salito una volta anch'io, a Sanremo neo giorni del Club Tenco. In verità, la poesia del camionista anonimo glielo avevo passata perché la mettessero in musica. Non ci sono riusciti e m'hanno detto: fa niente, la dici te. Cosa che ho fatto con un certo imbarazzo, ma come si usa dire, mi sembrava la giusta causa: Sono contento che nel cd ci siano Matteo Salvatore e Chico Buarque, Straniero e Pietrangeli. Ha avuto successo, è un bel cd, ma io preferisco definirlo un buon lavoro.
Gianni Mura

Journal Entry 2 by NoArte at NoArte Paese Museo in San Sperate, Sardegna Italy on Saturday, October 25, 2014

Released 9 yrs ago (10/25/2014 UTC) at NoArte Paese Museo in San Sperate, Sardegna Italy

WILD RELEASE NOTES:

Inizia il viaggio! NoArte ti augura buona lettura!

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